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Repubblica Firenze

Caos Franchi: tra analisi errate del sottosuolo e pali piantati in ritardo

Caos Franchi: tra analisi errate del sottosuolo e pali piantati in ritardo - immagine 1
C'è anche il precedente del cantiere Tav. Parla il geologo fiorentino Luciano Lazzeri
Redazione VN

Cosa c'è dietro ai ritardi per la fine dei lavori al Franchi? Secondo Repubblica Firenze, sembra che molti dei ritardi stessi vadano attribuiti a un errato giudizio sui saggi geologici, forse troppo ottimistici riguardo la friabilità del terreno. Trapela questo, nonostante le bocche cucite da Palazzo Vecchio, dopo l'intervento della sindaca Sara Funaro. Tra i fattori dei ritardi, la prima cittadina aveva incluso proprio le difficoltà "nella realizzazione dei pali ad elica previsti in progetto" con la "conseguente necessità di cambiare la tipologia costruttiva utilizzando pali trivellati a causa delle particolari e impreviste caratteristiche del sottosuolo dell'area di Campo di Marte". Si tratta di 136 pali, utili a sorreggere le gradinate della curva e della tettoia che sono stati piantati con otto mesi circa di ritardo, terminando nelle scorse settimane anziché a febbraio. Per scavare è stato necessario approvvigionarsi di una nuova macchina, arrivata solo a febbraio.

Il quotidiano riporta anche le parole di Luciano Lazzeri, uno dei più esperti geologi fiorentini, impiegato anche per il piano regolatore:

Sgomberiamo il campo dagli equivoci. Al di fuori del centro storico, a Firenze non ci sono terreni rocciosi, ma essendo un terreno alluvionale è frequente trovare grossi ciottoli. Probabilmente è stato proprio l'incontro con un orizzonte di ciottoli ad aver reso impraticabile la tecnologia che era stata pensata all'inizio, quella della rotazione. Sono incidenti che possono capitare. Però non possono che derivare da una mancata conoscenza o mancati approfondimenti sul sottosuolo di Firenze.

Insomma, qualcosa nei sondaggi iniziale sull'area del Franchi è andato storto. Eppure, quello di Firenze, osserva l'esperto, "è uno dei Comuni che dispone di più dati: esiste una carta sismica del sottosuolo e un database dei saggi che è un unicum in Italia. Io personalmente ho lavorato al nuovo stadio Ridolfi e anche in quel caso aggiornammo le indagini. Poi in città c'è una costante nel sottosuolo: cinque o sei metri di materiale sciolto e poi altri cinque o sei metri di strato molto compatto".

Non è la prima volta che ciò accade. Successe anche per la Tav che inizia proprio da Campo di Marte o per i parcheggi sotterranei di Sant'Ambrogio e Santa Maria Novella. "Quando ci si imbatte in questi problemi - conclude Lazzeri - i tempi si allungano a dismisura perché si devono rivedere gli appalti, fissare nuovi prezzi e possono sorgere contrasti fra il committente e le ditte incaricate. Non si tratta solo di sostituire i macchinari, ma di questioni legali".