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Cecchi: “È tornata la speranza. Dentro la Fiorentina qualcosa è cambiato”
Stefano Cecchi, ospite al Pentasport di Radio Bruno, ha commentato la prima vittoria in campionato della Fiorentina, sottolineando come all’interno del gruppo viola sia cambiato qualcosa, soprattutto dal punto di vista mentale.
Oggi abbiamo il diritto di essere felici. Lo so, non abbiamo ancora fatto niente, ma la felicità spesso sta nelle piccole cose. Tutti pensavamo che la Fiorentina non potesse essere quella vista finora. La giornata di ieri, oltre ai tre punti, ci regala la speranza. È vero, la classifica dice ancora Serie B, ma la speranza è tornata. Hai ritrovato Fagioli, Gudmundsson che era ovunque. Ieri abbiamo consegnato a Paratici un’alternativa. Prima della partita ero convinto che sette-otto giocatori potessero andare via, ma in pochi giorni qualcosa è cambiato dentro i giocatori, e nel calcio la testa è fondamentale. Ho visto la voglia di essere gruppo. È vero che l’Udinese resta in dieci, ma anche il Genoa era rimasto in inferiorità numerica e ha perso solo al 94’. La fascia tolta a Ranieri? Mi interessa relativamente: a me interessa la Fiorentina.
Non faccio caroselli, ma non mi sento di contestare: serviva un uomo di calcio e Paratici è quello che serviva alla Fiorentina. È evidente che chi fa un passo indietro è Goretti, e a lui va un applauso: è un passo indietro pensato al noi. Il suo arrivo coincide con un’inversione di tendenza. Ora ha due strade: smontare il gruppo o capire chi può ancora dare qualcosa. Spero che Ferrari e Goretti gli forniscano una fotografia chiara di quanto accaduto in questi mesi.
Qualcosa andrà cambiato: nello spogliatoio qualcosa non ha funzionato e spetterà a Paratici decidere. Dal punto di vista tecnico, Pablo Marì, Nicolussi Caviglia e Dzeko sono quelli che si sono distinti meno, ma è anche vero che se avessimo parlato ieri di Fagioli, Parisi o Dodò cosa avremmo detto? Qualcuno andrà via per forza. Nicolussi Caviglia è la più grande delusione del mercato estivo: io lo aspetterei, ma se dovesse partire non mi metterei certo a piangere.
A Parma firmerei per un pareggio. L’obiettivo resta comunque vincere, ma un punto, in questa fase, sarebbe prezioso. Adesso la priorità è dare continuità ai risultati e costruire ritmo partita dopo partita.
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