Quei segnali di un mercato piccole firme… Ma ci sono promesse da mantenere

Il mercato "grandi firme" non ha residenza a Firenze anche se pure nei dintorni (in Italia) sono pochissimi a potersi permettere qualche pezzo. Non che si sia mosso moltissimo finora, con qualche eccezione (Roma e Inter hanno già realizzato 2-3 acquisti). Ma i segnali che aleggiano intorno alla Fiorentina non sono incoraggianti. I profili che sembrano - il condizionale è d'obbligo - nel mirino di Corvino non scatenano certo la fantasia, a cominciare dal portiere dove si parla dellariserva della Roma (Skorupski), o di numeri uno di seconda fascia come Cragno e Mirante. Sul conto di Meret sono arrivate solo smentite, mentre a Perin non ci si è neanche avvicinati nonostante abbia un costo non proibitivo (la Juve lo sta trattando sui 10 milioni).

E lo stesso potremmo dire per il sostituto di Badelj (Viviano, Cataldi, Grassi e qualche straniero semi sconosciuto) e per gli altri ruoli in cui la Fiorentina sta cercando. Certo, è doveroso ribadire chesi tratta solamente dei classici rumors di mercato e che, magari, i dirigenti viola stanno lavorando anche a colpi più importanti. Del resto Corvino è abile nel nascondere i suoi reali obiettivi fino all'ultimo, come accadde l'anno scorso con Veretout e Benassi. Ci auguriamo insomma che le premesse siano peggiori dei reali piani della società, anche perchè negli ultimi tempi sono arrivati messaggi precisi sulla voglia di rinforzare la squadra - senza necessariamente vendere - e, soprattutto, la volontà di aumentare il monte ingaggi passando dagli attuali 39 lordi a circa 50 (oltre 25 netti). In linea teorica, tanto per rendere l'idea, non dovrebbe essere un problema offrire qualche altro stipendio in stile-Chiesa (2 milioni) considerando anche l'input di Pioli di avere una rosa più ristretta. Ma allora perchè a Badelj, uomo chiave per l'allenatore, non si è andati oltre 1,5 spingendolo all'addio?

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