Uno, a volte anche due o tre errori a partita. Tutti grossolani, tutti (o quasi) pagati a caro prezzo. Come quelli che hanno segnato i finali di gara contro Udinese e Roma. E alla fine a rimetterci è la classifica della Fiorentina, tornata a farsi preoccupante nel giro di pochi giorni. Preso atto che i problemi strutturali della squadra si potranno risolvere solo più avanti, ci chiediamo se sia possibile arginare almeno le disattenzioni che vanno oltre le alchimie tattiche e un contesto di squadra certamente non favorevole all'esaltazione del singolo. Perché prendersela con un paio di giocatori affibbiando loro l'etichetta di capri espiatori è un esercizio sgradevole, fuorviante ed eccessivamente semplicistico rispetto ad una realtà molto più complessa, ma allo stesso tempo auto tutelarsi è un sacrosanto diritto.
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Parola d’ordine: meritocrazia. Troppi errori individuali, permessi fino a quando?
Prendersela con un paio di giocatori è un esercizio sgradevole, fuorviante ed eccessivamente semplicistico, ma auto tutelarsi è un sacrosanto diritto
Non faremo nomi, anche perché le sviste che hanno scandito la stagione (o meglio, le stagioni) della Fiorentina sono sotto gli di tutti. Non staremo qua a fare l'elenco che va dal 4-3 in casa dell'Inter fino alla gara di due giorni fa. Ci limitiamo a fare appello a quella meritocrazia più volte invocata da Rocco Commisso nelle sue ultime dichiarazioni: chi è recidivo, venga fermato. Per il bene di tutti. Valga sempre, con chiunque, a prescindere dalle gerarchie della rosa viola. E credeteci, non si tratta della malsana voglia di vendetta da parte di chi si sente "tradito" ma del bene per una squadra che non può più permettersi di sbagliare a ripetizione. La rosa corta in questo senso non aiuta, ma qualcosa c'è tra chi ha giocato meno nell'ultimo periodo. Se qualcuno non ha la testa giusta o è in difficoltà sotto qualsiasi altro punto di vista, si metta a sedere. C'è bisogno di una scossa, al più presto. Perché nei prossimi 8 giorni la Fiorentina si giocherà molto del suo futuro.
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