Due settimane in cui è successo di tutto, dall'addio (anticipato) del miglior giocatore della rosa fino ai "sassolini" di Pradè e, soprattutto, allo sfogo di Rocco Commisso. In mezzo al mare in tempesta si ritrovano una squadra e un allenatore che hanno il solo obiettivo di mantenere la barra dritta, verso una destinazione che, al di là dei facili disfattismi, per la Fiorentina è ancora raggiungibile. A questo punto, con le carte in tavola, la domanda delle domande è: come reagirà il gruppo in campo? Ieri Pradè, a domanda diretta, ha risposto senza batter ciglio: "Il gruppo è unitissimo, sa di essere forte e di non dipendere da un solo calciatore. Oggi (ieri, ndr) il nostro capitano ha parlato a lungo con Commisso per raccontare che la squadra rema tutta nella stessa direzione. Il mister ha capito benissimo la situazione".
Voltiamo pagina
La riprova del campo e le responsabilità di Italiano e Biraghi: voltiamo pagina
Sabato la Fiorentina torna in campo dopo due settimane a dir poco turbolente. Come reagirà il gruppo? E come cambierà la fase offensiva viola?
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DALLE PAROLE AI FATTI - Parole certamente confortanti quelle di Pradè, ma pur sempre in attesa di conferma. La riprova del campo, unica vera cartina tornasole in grado di indicarci con esattezza quale sarà la reazione della squadra. Ma non solo, perché quella di Vlahovic (banale ma vero) è prima di tutto una perdita tecnica e sabato contro la Lazio sarà interessante registrare lo stato della metamorfosi offensiva della Fiorentina. Perché le peculiarità di Piatek e Cabral, diverse da quelle di Vlahovic, imporranno a Italiano e alla Fiorentina degli inevitabili cambiamenti in corso d'opera che coinvolgeranno movimenti e gioco di tutti gli interpreti d'attacco. Insomma, il lavoro per Italiano non è mancato e non mancherà. Come quello che attende Cristiano Biraghi, capitano di un gruppo che non vede l'ora di ripartire. Il conto alla rovescia verso il primo tentativo di mettersi alle spalle veleni e mal di pancia, è già iniziato.
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