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Il commento

La dura legge del gol. E dei dettagli. Ma la Fiorentina c’è, evitiamo l’errore più grande

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Il 2-0 di Torino fa male, ma ci può stare. I dettagli hanno fatto la differenza, curarli è il prossimo step per stabilizzarsi ad alti livelli

Alessio Crociani

È la dura legge del gol, cantava Max Pezzali nell'estate del 1997 mentre un'altra Fiorentina bella da impazzire ed eliminata dalla Juventus in Coppa Italia, quella di Malesani, muoveva i suoi primi passi. Due a due all'andata, con i viola che nel secondo tempo, tra una dormita e l'altra, fanno harakiri in 11 contro 10. A Torino, poi, finirà 0-0.  Ieri come allora, a fare la differenza sono stati i dettagli. Quei piccoli particolari che spesso nel calcio fanno la differenza, soprattutto ad alti livelli. La speranza, quindi, è di farci l'abitudine, imparando volta volta dagli errori commessi. Domini ma non concretizzi all'andata, inguaiandoti con l'autogol di Venuti. A Torino parti con l'obbligo di attaccare ed il fardello delle assenze sulle spalle, circostanze che spingono Italiano verso una formazione sperimentale e sbilanciata in avanti. Nonostante tutto hai l'occasione per sbloccarla dopo pochi minuti ma Cabral (in fuorigioco) respinge la palla sulla linea di porta. Infine Dragowski, arrugginito da mesi di panchina, calcola male i tempi d'uscita, Biraghi riscodella la palla a centro area e la frittata è fatta.

La rete di Danilo nel finale altro non è che l'epilogo più logico dopo 180 minuti in cui la Fiorentina ha fatto e disfatto tutto da sola, lasciando alla Juventus il ruolo di semplice "esecutrice". I numeri, dai tiri totali (8-17) alle occasioni da gol (6-14), fino al possesso palla (32%-68%) e alla cura nella costruzione della manovra (75%-88%), stanno lì a dimostrarlo. I bianconeri hanno giocato quasi esclusivamente sull'avversario, sugli errori commessi ed i punti deboli. Un modo di interpretare il calcio agli antipodi rispetto alla filosofia di Italiano. Giusto ripartire da qui, da quell'identità inseguita (e poi raggiunta) fin dalla scorsa estate. Evitando isterismi fuori luogo. Con la consapevolezza che il prossimo step, oltre alla crescita del tasso tecnico della squadra attraverso il mercato, sarà proprio la cura dei dettagli. Da parte di tutti, proprietà, dirigenza, mister e squadra. Una sfida da vivere con la massima serenità, senza farsi prendere dallo sconforto di un'eliminazione che ci può stare, ma forti delle nostre qualità e di una stagione che autorizza a sdoganare, finalmente, sogni e ambizioni europee.

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