È un momento talmente particolare per la Fiorentina che verrebbe da pensare solamente al campo, ma gennaio sta per arrivare, e i viola non dovranno perdere l'occasione (questa volta più che mai) per rinforzarsi. Proprio per questo la redazione di ViolaNews è andata a contattare Lorenzo De Santis, noto procuratore ed esperto di calcio sudamericano, per analizzare insieme il momento viola e parlare di qualche nome interessante:

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Se dovesse indicare un singolo errore che ha avuto l’impatto maggiore sul declino della Fiorentina, quale sarebbe e perché?
—"In stagioni come queste, i motivi sono sempre molteplici. Basti pensare che a pochi minuti dalla fine della sfida con il Cagliari stavano per arrivare i tre punti. Dopo cento giorni ancora deve arrivare quel successo. È una stagione nata male che sta seguendo questo trend".
La Fiorentina di Vanoli rischia la Serie B: secondo lei quali sono le cause principali di questa crisi e cosa si può fare per uscirne?
—"Vanoli ha da poco ereditato una squadra che ancora non aveva trovato un undici titolare e tirato fuori le migliori qualità. Questo è un gruppo migliorato a quello dell'anno scorso con il mercato, ma quando non si creano le condizioni giuste, rimangono ansie e malumori".
Si sarebbe mai aspettato che Pioli facesse così male sulla panchina viola?
—"Ero tra quelli che pensava potesse essere un valore aggiunto alla Fiorentina, perché comunque aveva già vinto in Italia. Evidentemente ha inciso l'esperienza in Arabia, non è riuscito a creare un equilibrio e una connessione con la squadra, che di solito, sono alla base di ogni successo sportivo".
Molti argentini sono passati dalla Fiorentina negli ultimi anni: quale pensa sia stato il giocatore più sottovalutato e chi invece non ha reso secondo le aspettative?
—"Sono sempre stato un ammiratore di Lucas Martinez Quarta, un difensore atipico, che si alcune volte faceva errori banali, ma era anche in grado di fornire prestazioni importanti, bravo con i piedi e anche decisivo in zona gol. Per me poteva giocare titolare in qualsiasi squadra in Italia, mi ha sorpreso che sia tornato in Argentina così giovane, anche se poi tornare al River non è mai un tornare indietro".
Beltrán è stato ceduto perché Pioli non lo vedeva bene: pensa che sia stata una scelta giusta o un’occasione sprecata?
—"Beltran è stato il giocatore che è arrivato con più aspettative, sia per il prezzo, sia per quello che ha dimostrato in Argentina. Non dimentichiamo che all'epoca era considerato secondo solo a Lautaro e Julian Alvarez, poi però non è riuscito mai a trovare una continuità. Con Italiano aveva trovato qualcosa, che poi non è riuscito a portare avanti. Il fatto di non aver mai trovato un ruolo su misura ha inciso, e anche il fatto che il calcio italiano è molto diverso da quello argentino".
Infantino invece è stato da sempre un oggetto misterioso...
—"Infantino è un giocatore che la Fiorentina prese dopo il mondiale U20 con l'Argentina, un ragazzo che aveva una discreta esperienza con il Rosario Central. È sempre stato un calciatore che faceva benino tante cose ma non eccelleva in qualcosa. Sicuramente è stato l'aspetto che più lo ha limitato, è il classico giocatore sudamericano, tecnico talentuoso, che però difficilmente si adatta al calcio italiano".
Se dovesse suggerire alla Fiorentina un talento sudamericano da osservare da vicino, chi consiglierebbe e perché?
—"Ce ne sono tantissimi, c'è l'imbarazzo della scelta. Mi piace molto Lautaro Rivero, difensore centrale classe 2003 del River, tornato al club dopo il prestito al Central Cordoba. Ha raggiunto la Nazionale argentina di Scaloni, è un centrale mancino molto forte in marcatura. Lo vedremo presto in Europa in un top club".
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