Pensi di poterlo togliere?
—Avrò da fare delle visite importanti, che mi diranno se avrò la possibilità di toglierlo, che controlli dovrò fare. Insomma ancora non mi precludo niente. Io posso fare quante visite voglio, alla fine è la mia tranquillità mentale che è importante. Se non mi sentissi sicuro senza defibrillatore, non inizierei mai a giocare. Non c'è stata una diagnosi vera e propria ancora. Questa è la cosa peggiore. Il mio è un momento di reale instabilità, perché un giorno mi dicono una cosa il giorno dopo un'altra. Ancora è tutto in discussione, però io so cosa è accaduto. In questo momento mi spaventa il futuro, perché non so se potrò tornare a giocare a calcio. E' stata sempre la mia unica strada il calcio e adesso sto iniziando a vivere una vita diversa.
Riusciresti a giocare all'estero?
—Io proverei volentieri a iniziare nuovamente. Soprattutto per tutti i sacrifici che ho fatto. Lo devo alla mia famiglia, a me e alle persone che mi vogliono bene. Ovviamente analizzerò il mio stato d'animo, però non mi sento di mollare, anche per la mia età.
© RIPRODUZIONE RISERVATA