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Iachini e l’errore più grande commesso a inizio stagione. Lo Iachinismo è l’unica via

Alessio Crociani

Ve la ricordate l'ultima in viola di Iachini a Parma? E' l'esempio da non seguire, la rappresentazione pratica di tutto ciò che non serve in questo momento

W Iachini. E W lo Iachinismo, almeno fino a quando la salvezza non sarà in cassaforte. A dispetto dell'estetica e degli esperimenti, ma anche del rilancio a tutti i costi di chi ultimamente ha trovato poco spazio, ci sentiamo di chiedere una sola cosa a Beppe Iachini: mantenere la categoria. Farlo il prima possibile, scegliendo la strada migliore, senza snaturarsi. Non ci sono alternative, perché nel mare magnum viola di tensioni, paure e incertezze, aggiungendo alchimie e azzardi si rischierebbe solo di confondere ancora di più le idee di un gruppo ormai da tempo senza identità. Se poi, per centrare l'obiettivo, sarà necessario passare dalla rivitalizzazione di Callejon, l'impiego di Amrabat o il leggero spostamento una/due posizioni in campo, tanto meglio, ma sia chiaro che oggi la Fiorentina ha bisogno di riferimenti da seguire come la stella polare e non di suggestioni dentro le quali potrebbe perdersi.

Ve la ricordate l'ultima in viola di Iachini a Parma? Ecco, quello è l'esempio da non seguire, la rappresentazione pratica di tutto ciò che non serve in questo momento. Una squadra molle e senza anima, lontana anni luce dall'approccio battagliero del suo allenatore. Erano tempi diversi e un ibrido del genere, ammesso non concesso che si trattasse solo di uno step intermedio all'interno di un percorso di cambiamento, poteva anche starci. Oggi no. Oggi le esigenze, insieme alle prospettive, sono drasticamente cambiate e la Fiorentina non può più permettersi di guardarsi allo specchio senza riconoscersi. Giusto, anzi, doveroso che Iachini raccolga e usi le armi lasciate in eredità da Prandelli, ma senza edulcorare se stesso. Prima la salvezza, per il resto, eventualmente, ci sarà tempo.