Roberto D'Aversa e quella testata ad Henry del Verona che gli costò l'esonero dalla panchina del Lecce: la ricostruzione
Era la stagione 2023/24 e al termine di un Lecce-Verona, scontro salvezza della 28ª giornata di Serie A, concluso con il risultato di 0-1. A passare in cronaca è l'infuocato post partita, con un bruttissimo episodio che ha visto protagonista l'allenatore del Lecce, Roberto D'Aversa, dare una testata all'attaccante del Verona, Thomas Henry, durante una rissa, al fischio finale, dentro il rettangolo di gioco del Via del Mare.
La ricostruzione
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Quella tra le due squadre era una partita già tesissima per la posta in palio, perché entrambe le squadre erano sull'orlo della zona retrocessione, con i salentini ad un solo punto di vantaggio dalla terzultima e gli scaligeri usciti da quella situazione proprio grazie a quella vittoria. La miccia della rissa post partita viene accesa proprio dal litigio dell'attuale difensore della Fiorentina, Marin Pongracic, in quel momento al Lecce, e l'attaccante del Verona Henry, già ammoniti nel recupero dall'arbitro. Durante la rissa, dalle immagini televisive, si vede l'allenatore perdere il controllo e avventarsi a muso duro verso l'attaccante avversario, con quest'ultimo che poi cade a terra. Così, vista la situazione, il direttore di gara ha espulso entrambi a fine partita.
Le dichiarazioni di D'Aversa
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Così, dopo il rientro negli spogliatoi, Roberto D'Aversa fornì la propria ricostruzione: "Negli ultimi minuti la gara è stata segnata da continue provocazioni, che comunque non giustificano quello che è successo. Sono entrato in campo per allontanarli dagli avversari, poi c’è stato lo scontro con Henry che, vi garantisco, non era premeditato. Mi sono già scusato con i dirigenti del Verona: in qualità di allenatore e padre di tre figli, mi scuso per il gesto, certamente non bello da vedere. La mia intenzione non era di andare da Henry direttamente, ma gli ultimi 7-8 minuti di partita sono stati una provocazione continua”.
Lo stesso allenatore, passato del tempo, tornò a parlare a Cronache di Spogliatoio della vicenda: "Potevo fare meglio. È una frase che ripeto spesso, visto anche l’epilogo della mia esperienza a Lecce. Ho pagato tutte le conseguenze che potessero arrivare. Mi sono vergognato quando sono rientrato a casa e mia moglie mi ha detto: «Ma cosa hai combinato?». L’esonero, le 4 giornate di squalifica. Quella testata a Henry mi ha perseguitato: ho commesso un grave errore, mi sono subito scusato, e ho immediatamente chiamato il ragazzo dopo la partita. Ho dovuto spiegare tutto ai miei figli. Ho dovuto parlare con mio figlio Simone, che ha 16 anni e a cui dico sempre di non litigare in campo. Ho dovuto farlo con Francesco, che invece ne ha 14, che ama la pesca e il tennis. E guardare in faccia la più piccola, che ne ha 9, la più pura, dovendo raccontare il mio gesto e la mia giustificazione. Far capire che avevo sbagliato risultando credibile. Mi dispiace aver messo in difficoltà Corvino e Trinchera, dirigenti del Lecce. Non ho potuto portare a termine un lavoro strepitoso. Ho grande rammarico per questo. Ho ricevuto un attacco mediatico, ma il mondo del calcio non mi ha abbandonato. Non tutti si sono voltati dall’altra parte. Tantissimi dirigenti che non avevo mai incontrato in vita mia mi hanno chiamato o scritto per esprimermi vicinanza. E anche alcuni allenatori lo hanno fatto. Ho i loro nomi salvati nelle note del telefono. Hanno compiuto un gesto che mi ha colpito. So bene chi sono quei nomi".
La decisione drastica
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Per quella testata, infatti, D'Aversa fu condannato, in primis dalla società salentina, perché il primo provvedimento arrivò proprio da parte loro, che dopo poche ore dal fattaccio, esprimendosi con toni duri nei confronti del proprio allenatore, decise di scrivere questo comunicato: "L’U.S. Lecce, con riferimento all’episodio che ha visto coinvolto l’allenatore D’Aversa ed il giocatore del Verona Henry, pur valutando la situazione di nervosismo generale nel finale di gara, condanna fermamente il gesto del proprio allenatore in quanto contrario ai principi ed ai valori dello sport". Solo dopo pochi giorni il Lecce decise di sollevarlo dall'incarico.