Ruota molto intorno a Jonathan Ikonè e alla sua esclusione contro la Lazio. Nei piani della Fiorentina doveva essere il valore aggiunto per il girone di ritorno e i tanti che dopo la cessione di Vlahovic parlavano, con uno slancio di ottimismo, di una squadra non indebolita (o addirittura rinforzata) riponevano le maggiori speranze sul francese. Perchè andare a migliorare dal cambio secco del centravanti era praticamente impossibile. E invece alla prima vera riprova, Italiano ha messo Ikonè in panchina preferendogli Callejon e poi inserendolo dopo Nico Gonzalez, di fatto da quarta scelta nel ruolo.
EDITORIALE
Tra Ikonè e Cabral, il segnale (poco incoraggiante) di Italiano
Ikonè dopo 40gg non è ancora considerato pronto. Ci vorrà così tanto anche per Cabral?
Non il massimo anche per lo stesso giocatore, che ha lasciato una squadra in Champions League per rimettersi in gioco a Firenze. Come si spiega? Le ipotesi sono due. La prima è che l'allenatore non volesse Ikonè, ma va detto che le dichiarazioni ufficiali sono sempre state all'insegna della condivisione con la società. E a quelle vogliamo attenerci. Resta allora la seconda ipotesi, di natura unicamente tattica, che Italiano non ritenga ancora l'ex Lille inserito negli schemi viola.
Il problema è che sono già passati 40 giorni dal suo arrivo a Firenze e nel frattempo le giornate passano e la Fiorentina sta rallentando il passo. Una situazione che potrebbe riproporsi con Cabral, che gioca in un ruolo ancor più centrale per la manovra e la finalizzazione viola. Se sarà necessario un "rodaggio" di un mese e più anche per il brasiliano, la Fiorentina rischierà di perdere terreno in una fase decisiva della sua stagione, tra campionato e Coppa Italia.
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