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EDITORIALE

Tra Ikonè e Cabral, il segnale (poco incoraggiante) di Italiano

Tra Ikonè e Cabral, il segnale (poco incoraggiante) di Italiano - immagine 1

Ikonè dopo 40gg non è ancora considerato pronto. Ci vorrà così tanto anche per Cabral?

Simone Bargellini

Ruota molto intorno a Jonathan Ikonè e alla sua esclusione contro la Lazio. Nei piani della Fiorentina doveva essere il valore aggiunto per il girone di ritorno e i tanti che dopo la cessione di Vlahovic parlavano, con uno slancio di ottimismo, di una squadra non indebolita (o addirittura rinforzata) riponevano le maggiori speranze sul francese. Perchè andare a migliorare dal cambio secco del centravanti era praticamente impossibile. E invece alla prima vera riprova, Italiano ha messo Ikonè in panchina preferendogli Callejon e poi inserendolo dopo Nico Gonzalez, di fatto da quarta scelta nel ruolo.

Non il massimo anche per lo stesso giocatore, che ha lasciato una squadra in Champions League per rimettersi in gioco a Firenze. Come si spiega? Le ipotesi sono due. La prima è che l'allenatore non volesse Ikonè, ma va detto che le dichiarazioni ufficiali sono sempre state all'insegna della condivisione con la società. E a quelle vogliamo attenerci. Resta allora la seconda ipotesi, di natura unicamente tattica, che Italiano non ritenga ancora l'ex Lille inserito negli schemi viola.

Il problema è che sono già passati 40 giorni dal suo arrivo a Firenze e nel frattempo le giornate passano e la Fiorentina sta rallentando il passo. Una situazione che potrebbe riproporsi con Cabral, che gioca in un ruolo ancor più centrale per la manovra e la finalizzazione viola. Se sarà necessario un "rodaggio" di un mese e più anche per il brasiliano, la Fiorentina rischierà di perdere terreno in una fase decisiva della sua stagione, tra campionato e Coppa Italia.

 

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