Con enorme ritardo (IL MOTIVO) rispetto all’orario previsto, causato dal lungo confronto a porte chiuse con la squadra, Paolo Vanoli si presenta in conferenza stampa al Mapei Stadium dopo il pesantissimo 3-1 subito contro il Sassuolo. L’allenatore della Fiorentina non nasconde la gravità della situazione e usa parole durissime.

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Vanoli (conf): “Chiediamo scusa. Gud non ha voluto battere. Cosa ho detto post gara”
“Dobbiamo chiedere scusa ai nostri tifosi”
—"Dobbiamo chiedere scusa ai nostri tifosi. Ho detto ai giocatori che in queste situazioni non servono giocatori, servono uomini, e lo dobbiamo diventare. Questa partita è stata un emblema: basta alibi, ci vuole coraggio. Paura di cosa, quando vai in vantaggio 1-0? Più bello di così! La paura dovrebbe scomparire. Non c’entra il modulo: c’entra il giocare l’uno per l’altro, e questo non lo vedo da quando sono arrivato. Se stoppi la palla e non giochi veloce, adesso sono solo alibi".
Il caos sul dischetto: “Il rigorista era Gudmundsson”
—Vanoli affronta poi l’episodio Kean-Mandragora: "Il rigorista era Gudmundsson, ma non ha voluto calciarlo. Il secondo era Mandragora. Kean, da attaccante che non segna, voleva tirarlo. Ma il problema non è quello. Il problema è che dopo 5 minuti trovi il gol, hai la gente che ti spinge… adesso gli alibi sono finiti. Qual è l’alibi adesso? Il modulo? Basta. Bisogna giocare uno per l’altro e capire che ogni palla è determinante. Non ho ancora trovato la chiave per entrare nella testa di questi ragazzi".
“10 vittorie”
—"Ci sono 72 punti a disposizione. Ci vogliono 10 vittorie".Sul suo ruolo: "Non lo deve fare Paolo Vanoli, lo devono fare i giocatori. Devono diventare uomini. I veterani devono aiutare i giovani. Abbiamo avuto troppi alti e bassi: ora il tempo è finito. Se ho accettato questa sfida… stavo a casa pagato. Devo trovare soluzioni e quei giocatori che possano combattere. Ci sono assenze importanti come Gosens, ma siamo andati in vantaggio e non si possono prendere quei gol assurdi".
De Gea? “Oggi il singolo non conta”
—"Entrare nel singolo oggi non serve. Non c’è Tizio: c’è la Fiorentina. Io devo vedere uno che corre per il compagno, una corsa di sacrificio all’indietro o in avanti: non la vedo. Per salvarsi serve questo. Le grandi squadre lo fanno. Noi dobbiamo difendere tutti insieme, con il coltello tra i denti, e giocare semplice".
Sul modulo: “Cambiarlo sarebbe stato solo un alibi”
—"Fazzini non è rientrato, Gosens pensavo di riaverlo, Fortini ha avuto la febbre: non mi posso inventare chissà cosa. A volte è giusto continuare a dare garanzie. Il problema oggi è togliersi gli alibi. Paura di cosa? La cosa più importante sono le scuse ai tifosi. La seconda è essere uomini. Se cambi modulo e perdi, è confusione: e diventa un alibi. Bisogna fare ciò che chiede il mister, con entusiasmo e determinazione. Poi cambiamo modulo? Va benissimo. Non alleno per accontentare chi dice di mettersi a 4 o a 3: guardo cosa ho in mano".
Vanoli ricorda anche una sua analisi recente: "Sul calcio d’angolo non è la difesa a 3 o a 4 che ti fa prendere gol. Gud può fare l’esterno? Sì. Ma ieri notte alle 4 ho rivisto quando in nazionale ha giocato esterno: dopo un tempo l’hanno spostato punta. C’è la Fiorentina, c’è la salvezza. Quando arrivi dici “per giocare faccio anche il portiere”: e allora fai il portiere! È ora di dirci le cose. L’anno scorso c’era chi poteva fare determinati ruoli. Questa non è la stessa squadra".
“Ce la possono fare: ma ora nessuna scusa. Abbiamo toccato il fondo”
—"Io credo in questi giocatori. Ce la possono fare. Ma ora non c’è più mezza scusa. I tifosi sono stati incredibili, stasera sembrava di giocare in casa. Con questa gente facevo 110 volte la fascia. Poi mi sostituivano perché non ce la facevo più. Altrimenti è un problema dell’allenatore? No. Su le maniche: abbiamo toccato il fondo".
“Sono venuto rinunciando a soldi. Ci credo: mi prendo tutte le critiche”
—"Quando sono arrivato si diceva che la squadra è forte. Ma ci sono alti e bassi: bisogna crescere tutti. Un campione come Kean oggi deve fare il campione, fare un passo indietro e dire “vi aiuto io”. Se guardo ai problemi individuali devo fare lo psicologo, e allora vado a casa. Ha paura di giocare? Ci può stare. Ma devi fare qualcosa per vincere, con raziocinio e voglia. Sono venuto qui rinunciando anche a dei soldi perché ci credo. Nessuno mi ha regalato niente. Le critiche me le prendo tutte".
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