“La locuzione anno zero è usata in cronologia per indicare l'inizio di un’era, sebbene il numero zero non venga solitamente usato esplicitamente per indicare un anno in un sistema cronologico”. Questa la definizione di Wikipedia per un termine che tante, troppe volte è stato abusato nella storia recente della Fiorentina. Si è parlato di “anno zero” poi successivamente convertito in “anno di transizione” all’arrivo del presidente Commisso in Italia e lo stesso è stato fatto per il campionato successivo. Bene, più di qualcosa non ha funzionato e non è un caso che all’inizio di questa stagione (la terza per il Presidente) siamo ancora una volta con la speranza di iniziare un nuovo ciclo. E se la scelta del nuovo allenatore da questo punto di vista è una rassicurazione per la costruzione di un progetto ben definito, i prossimi 25 giorni ci mostreranno se la stagione 2021/2022 potrà rappresentare un punto di svolta per la storia dei colori viola. Sicuramente lo sarà per le maglie, ma quello che più interessa ai tifosi è la nascita di un nuovo progetto tecnico capace di far dimenticare gli ultimi anni di “non” calcio visti a Firenze.
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Anno zero: evitare il “tormentone”
Servono idee chiare per evitare che quello dell’anno zero diventi una sorta di tormentone da accostare alla squadra gigliata
Se anche dall’ambienti interni alla Fiorentina la linea sembra tracciata, ne testimoniano le parole di Biraghi e Castrovilli, serve che le intenzioni si tramutino in fatti concreto. Sono infatti molteplici le circostanze da chiarire da qui al termine del calciomercato. Non avrebbe senso portare avanti situazioni precarie all’alba di quella che si annuncia (almeno a parole) essere una nuova era per la Fiorentina. Servono certezze, anche a costo di arrivare a scelte drastiche. In particolare per quanto riguarda gli attuali tesserati in scadenza di contratto. Su tutti Milenkovic e Pezzella, per i quali il futuro in viola sembra esser sempre più segnato. E se riguardo a questi anche la volontà della società è chiara, discorso a parte merita sicuramente il futuro di Dusan Vlahovic. Certo, parliamo di uno dei centravanti più forti del panorama mondiale (almeno in prospettiva) e per questo è inevitabile che la questione venga presa con le pinze. Ma, se la volontà è quella di costruire un nuovo ciclo affidandosi alle idee di Vincenzo Italiano, sarà necessario prendere una decisione netta anche riguardo il futuro del centravanti. Cessione? Non per forza, ma sicuramente non restare inerti lasciando la scadenza del contratto del serbo a giugno 2023. Servono idee chiare e certezze per evitare che quello dell’anno zero diventi una sorta di tormentone da accostare alla squadra gigliata alla voce del “Ci riproveremo l’anno prossimo”, battuta divenuta virale riguardo la conquista della Champions per la Juventus…
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