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Vulpis a VN: “Commisso ha sbagliato Paese. Senza stadio Fiorentina non competitiva”

GERMOGLI PH:

Il duro commento del giornalista sportivo-economico Marcel Vulpis: "Commisso non ha capito le criticità del mercato italiano. Qual è il suo piano industriale?"

Stefano Niccoli

Un fiume in piena. Rocco Commisso ha parlato per più di un'ora ieri al Pentasport di Radio Bruno Toscana. Centro sportivo, nuovo stadio (che bordate al Soprintendente Andrea Pessina), Iachini, Pradè. Sono stati tanti i temi trattati dal patron viola. Il presidente ha parlato anche - e non poteva essere altrimenti - delle ambizioni future. Il Fair Play Finanziario rischia di ridimensionare i suoi sogni."Ad oggi non possiamo andare in Europa, Champions League, non posso fare come Juventus o Inter, il Fair Play non ce lo consente, non posso pagare 200 milioni all’anno di ingaggi" ha detto. E proprio sul tanto discusso FPF Violanews.com ha intervistato in esclusiva Marcel Vulpis, giornalista di Sporteconomy.

Bisogna rispettare sempre la sostenibilità economica dell'impresa calcio che si guida. I vincoli vanno rispettati anche senza coppe europee. Esempio: se vado in rosso di un milione di euro, dovrò ricapitalizzare o inserire mezzi personali per rifondare. Il Fair Play Finanziario non riguarda, ovviamente, solo Commisso, è la base della sostenibilità economica del calcio. In quest'anno anomalo noi di Sporteconomy non ci aspettiamo risultati brillanti da parte di nessuno. Nonostante l'emergenza Coronavirus, l'Uefa non può dare il via libera completo. Ci aspetta una stagione difficile, complicata, che inizierà senza pubblico. Senza tifosi avremo un meno 13% dei ricavi. Ciò può portare l'80% dei club in territorio negativo, come si dice tecnicamente.

Che idea ti sei fatto delle parole di Commisso sulle sue ambizioni future e sul Fair Play Finanziario?

Mi viene da dirgli: 'Benvenuto in Italia'. Ha scoperto che il mercato italiano non è top sotto tanti i punti di vista. Dal 1992 dico che sarebbe importante avere stadi di proprietà. Se qualcuno mi avesse ascoltato, saremmo stati alla seconda generazione di impianti e, invece, non siamo nemmeno alla prima. C'è anche un po' di disinformazione: Sassuolo e Udinese hanno riammodernato il Mapei Stadium e la Dacia Arena. Gli unici due stadi nuovi sono quelli della Juventus e del Frosinone. Il prossimo sarà quello del Cagliari, mentre il Gewiss Stadium di Bergamo andrà incontro a un pesante riammodernamento. La Fiorentina, purtroppo, ha l'Artemio Franchi che è un monumento, è difficile costruirci anche uno Sky Box. Gli investimenti fatti da Commisso in una fase di start up non l'hanno aiutato. Credo che anche la prossima stagione non sarà semplice. Gli imprenditori americani, abituati a logiche totalmente diverse dalle nostre, quando iniziano a toccare con mano le difficoltà del mercato italiano iniziano a innervosirsi e rilasciano dichiarazioni forti, questo è il loro problema. I Della Valle non hanno puntato la pistola contro Commisso. Se l'attuale presidente della Fiorentina non ha capito, prima di arrivare in Italia, il mercato del nostro Paese, la colpa non è dei Della Valle. Anzi, bravi Diego e Andrea ad essere usciti di scena.

Stai dicendo, quindi, che Commisso è stato avventato nell'acquistare la Fiorentina?

Più che avventato, è stato troppo positivo. Ripeto: mi pare che Commisso non abbia capito le criticità del mercato italiano, anche da un punto di vista economico-politico. Siamo arrivati alla terza recessione degli ultimi nove anni, anche se l'ultima è legata all'emergenza Coronavirus. Anche quando c'erano i Della Valle mi chiedevo: perché non riescono a sfondare con la squadra? La Fiorentina è un bellissimo marchio. Chi la compra, compra un gioiello, ma non sempre è possibile monetizzarlo. Sarebbe positivo se Commisso riuscisse a realizzare il nuovo stadio, ma serve poi una squadra competitiva. Quanto gli costa questo giocattolo? Dov'è il ritorno? Il mercato di riferimento è basso. Quanti anni gli servono per rendere competitiva la Fiorentina? Secondo me non meno di cinque anni. Ha la forza e la volontà di resistere un quinquennio a vedere una formazione incapace di raggiungere gli obiettivi sperati? La concorrenza è elevata: davanti alla Fiorentina, come monte ingaggi, ci sono Napoli, Inter, Juventus, Roma, Lazio, Atalanta e Milan. Non ci sono nemmeno i posti per andare ai preliminare di Europa League. Non ha capito bene dove stava entrando. Il mercato di riferimento della Fiorentina è limitato, non è nemmeno la squadra regionale. Non ha un brand né nazionale, né regionale.

Lo stadio di proprietà, quindi, è l'unico modo per cercare di tornare in alto?

Se Commisso mi avesse chiamato, gli avrei dato qualche dritta per acquistare qualcos'altro, ma non perché la Fiorentina non valga. Il tema importante di cui discutere sono i tempi per il raggiungimento del break even (punto di pareggio. In sostanza: non si può spendere più di quanto s'incassa, ndr). Con la Fiorentina non lo raggiungi subito perché ci sono limiti strutturali. Il Napoli, ad esempio, potrebbe vendere prodotti anche all'estero. Non credo ci siano tutti questi toscani nel mondo. E' vero, con una squadra maggiormente competitiva il numero dei tifosi potrebbe crescere, ma il mercato di riferimento, ripeto, non cambia. I Della Valle l'hanno capito e hanno deciso di vendere la società. Il cerino è nelle mani di Rocco Commisso. Parliamo anche dei diritti d'intitolazione degli impianti. Le aziende non stanno aspettando lo stadio della Fiorentina. Il mercato delle sponsorizzazioni non è illimitato, specialmente in questo momento di crisi economica. In Italia massimo 30-40 realtà possono permettersi di realizzare un investimento di questo tipo. Non si tratta di un giro di led sul campo, ma di dare il nome allo stadio. La Juventus ci ha messo sei anni per trovare il title. Non so chi ha consigliato Commisso. Se mi avesse chiamato, gli avrei dato qualche indicazione. Secondo me il marchio Fiorentina deve essere gestito da una cordata d'imprenditori toscani capaci di diversificare e abbassare l'investimento. Ma se non è così, vuol dire che il territorio non è ricco a livello d'investitori. Commisso come può pensare di andare a dama con i suoi progetti? Se non è contento, può vendere la società. Non è mica una condanna per il club. Gli imprenditori americani, dopo una prima fase d'innamoramento, si disamorano perché non trovano nel mercato italiano lo sprint giusto e necessario. L'Italia è il Paese della burocrazia. Commisso vuole tutto fast, ma da noi non è così, il suo problema è che ha sbagliato Paese. Gli chiederei: 'Perché hai comprato la Fiorentina? Qual è il tuo obiettivo sportivo?'. Ha mai detto qual è il suo piano industriale da qui a tre anni? Se non lo dice, perché parla dello stadio? A che titolo?

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