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IL METRONOMO

Una vittoria che non basta. La Fiorentina di Pioli, ancora, non si vede

Simone Bargellini Vice direttore 
Fiorentina-Polissya ha fatto emergere (ancora) difetti di personalità e lacune da colmare. Serve una mano dal mercato... e da Pioli

E' una vittoria che non soddisfa, che non convince, che non può bastare. La Fiorentina di stasera contro il Polissya è una squadra che palesa difficoltà. Ci sono campanelli d'allarme che non vanno ignorati, specie se sommati alla brutta prestazione di Cagliari e, anche, a qualche sbandamento di troppo visto anche 7 giorni fa in Slovacchia, nascosto da un risultato fin troppo largo. "Non voglio più sentir parlare di anno scorso"ha detto Pioli in conferenza. Dal suo punto di vista ha ragione, ma certi difetti dell'era Palladino sembrano tutt'altro che superati.

Segnali preoccupanti

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Approccio folle ed errori dei singoli. Ma anche una scarsa capacità di reazione. La Fiorentina ha tremato per oltre un'ora contro un avversario di diverse categorie inferiore. Carenze tecniche ma soprattutto caratteriali per una squadra che senza alcuni dei suoi leader carismatici (Gosens in primis, ma anche Ranieri) può diventare estremamente vulnerabile. Segnali anche in chiave mercato, perchè la Fiorentina di queste prime 3 partite ufficiali, è una squadra a cui sembra mancare qualcosa sia dietro, sia a centrocampo sia - secondo me - anche in attacco. Se Comuzzo dovesse davvero partire (e a 35 milioni si potrebbe capire) credo e spero si possano definire 3 se non addirittura 4 nuovi acquisti. Sperando che siano di qualità.

La mano di Pioli

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Bisogna essere onesti e ammettere che ci si aspettava di più da questo avvio di stagione. Siamo solo all'inizio e niente è compromesso per carità, ma ad oggi l'idea di squadra e di gioco è ancora molto (troppo) abbozzata. E al di là dei possibili (e auspicati) innesti last minute, resto convinto che il salto di qualità della Fiorentina passi soprattutto dal fattore Pioli: rispetto al suo predecessore giovane e forse un po' acerbo, il mister di Parma ha l'esperienza e il curriculum per far crescere squadra - e società - nella mentalità e, quindi, nei risultati. Il tempo c'è e la pazienza è d'obbligo, ma se arrivasse qualche segnale confortante già domenica a Torino sarebbe meglio.