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EDITORIALE

Tessmann sì o no? Tra etica e tecnica, la Fiorentina ha un dovere

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La Fiorentina ha tutto il diritto di non voler pagare (stavolta) le commissioni per Tessmann. Ma cosa sta aspettando a decidere?
Simone Bargellini Vice direttore 

Sono troppi 2 milioni di commissioni su un affare da 6 milioni? O si dovrebbe turarsi il naso e farsi andar bene una spesa complessiva da 8 milioni, che a quelle cifre non trovi tanto di meglio di Tessmann? Il dibattito, per quanto mi riguarda, non è interessante. E' indubbio che le commissioni siano un problema del calcio, oltre che un tema caro a Commisso (anche se poi i suoi dirigenti sono tra quelli che ne hanno pagate di più negli anni). La Fiorentina ha tutto il diritto di farne una questione di principio, se crede, o al contrario di far prevalere l'aspetto tecnico. Di certo però la Fiorentina aveva/ha il dovere di prendere una decisione, anzichè trascinarsi da settimane come sta facendo. Da almeno un mese lo scenario è noto a tutti: basta fare una semplice ricerca su google per leggere, intorno al 10 di luglio, articoli sulle richieste eccessive dell'entourage di Tessmann che hanno fatto arenare e poi saltare l'affare con l'Inter. E se tutto è emerso a mezzo stampa, la Fiorentina non poteva non sapere fin dall'inizio: allora perchè al 6 agosto è ancora al punto di partenza?

Non c'è solo Tessmann nel mondo

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Premetto che Tessmann è un profilo che mi piace, molto. Quindi sarei contento se alla fine arrivasse a vestire la maglia della Fiorentina. Ma se la società ritiene che le famose commissioni siano inaccettabili, cosa sta aspettando a cambiare obiettivo? E' questo che si fa fatica a comprendere, visto che mancano 10 giorni all'inizio del campionato. E c'è un'aggravante: a Palladino servono come minimo due centrocampisti, dopo averne lasciati andare 4 rispetto alla scorsa stagione. Quindi Tessmann o non Tessmann, la Fiorentina avrebbe dovuto parallelamente lavorare all'arrivo di (almeno) un altro giocatore nel reparto da mettere a disposizione del tecnico già da un pezzo. E tutto questo non c'entra con l'etica e i sani principi. Semmai con la programmazione.

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