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Finché la barca va...noli

Vanoli conosce la rotta, ma la burrasca va attraversata con una difesa di livello infimo

Vanoli conosce la rotta, ma la burrasca va attraversata con una difesa di livello infimo - immagine 1
E con difesa intendiamo non solo (anche, ma non solo) i tre interpreti di oggi e delle prime undici partite di campionato, ma la fase difensiva tutta
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Quanto del Paolo Vanoli standard - un allenatore sanguigno, non propriamente pacato nello stile - c'era nella gestualità del neo tecnico a Marassi nella sua prima partita sulla panchina viola? E quanto, invece, delle urla e delle sbracciate che lo hanno portato quasi a entrare in campo rimediando un giallo per proteste, era dovuto alla Fiorentina che va aggiustata? Difficile dirlo, certo è che all'ex Spartak deve essere saltata la... Mosca al naso già quando su una punizione dalla trequarti destra, pur ben calciata, Ostigard è stato libero di colpire da vicinissimo e mandare in vantaggio i padroni di casa.

Testa, testa

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Non uscire dalla partita, non accusare il colpo, il mantra di lì in poi. La fortuna aiuta gli audaci, si può dire, perché il braccio di Colombo che ha mandato Gudmundsson sul dischetto di lì a poco è davvero frutto di una casualità, per quanto il rigore sia stato assegnato correttamente. Anche questo fa brodo, la squadra nei 90' ha avuto dei sussulti di grinta e di nervi. Per il resto due formazioni speculari nelle difficoltà e nel modulo, un bel duello tra Norton-Cuffy e Fortini sulla fascia e poi nella ripresa qualcosa di difficilmente comprensibile: ti dai la zappa sui piedi (si può panchinare Ranieri finché non rialza il livello? De Silvestri al Bologna insegna che si può essere capitani anche senza giocare), poi punisci l'avversario dopo il rigore parato e subito dopo ecco il 2-2. Vanoli, se non altro, ha ottenuto il risultato minimo, ovvero non perdere. Una sconfitta sarebbe stata mortifera in tutto e per tutto.

A cosa aggrapparsi e a cosa no

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Abbiamo visto un Gudmundsson coinvolto in maniera apprezzabile, un Sohm in crescita, un Piccoli volitivo e premiato per la sua caparbietà. Ma abbiamo visto anche una difesa di livello veramente infimo. E' davvero inspiegabile come gli stessi tre uomini l'anno scorso dessero generalmente una certa qual sicurezza e oggi invece siano in balia di ogni palla inattiva, di ogni situazione vagamente insidiosa, vulnerabili, scoperti. Ostigard solo a due passi da De Gea su una palla lenta dalla trequarti, Colombo che segna da terra, il rigore regalato poco prima. Qualcosa c'entra il momento, più di qualcosa sicuramente il centrocampo che protegge meno la linea arretrata. Non ci si salva se si subiscono quasi due gol a partita (ad oggi 18 reti in 11 gare).

Esercizio di pazienza

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Ora due settimane da passare sul fondo della classifica. Viene voglia di sacramentare, ma per lo meno si è visto qualche impulso dato da Vanoli che adesso avrà 14 giorni di lavoro a disposizione per provare a sorprendere la Juventus di Spalletti alla ripresa. Cosa e soprattutto quanto cambierà? Marcature, mentalità, consapevolezza, c'è l'imbarazzo della scelta. L'unica via era cambiare e il nuovo timoniere sembra quantomeno conoscere la strada per arrivare a destinazione. Le sue parole trasudano moniti da ogni poro. Tra conoscere la rotta e condurre la nave in porto c'è il mare in burrasca, ma ripartiamo da qui, non si può fare altro.