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VIOLA NEWS esclusive shot on target Piccoli-ssimi passi avanti e impulsi inversamente proporzionali da Dzeko e Fazzini

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Piccoli-ssimi passi avanti e impulsi inversamente proporzionali da Dzeko e Fazzini

Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 
Serviva una vittoria e una vittoria è arrivata, anche se non coi contorni che ci auguravamo. Proviamo a scendere un po' più a fondo

E la roba scontata ce la siamo tolta già nel sottotitolo. Perché nella prima fase di Conference League la Fiorentina deve vincere quasi per inerzia, al di là di quale possa essere il momento. Pioli ha ritenuto di schierare De Gea e non Martinelli per assicurarsi che questo accadesse e lo spagnolo lo ha ripagato con 4 parate e un dato di 0,22 xG evitati (fonte Sofascore). Non una passeggiata, quindi, ma la partita è andata più o meno nella direzione che ci si poteva attendere.

In questi casi bisogna sempre fare un po' di equilibrismo tra la pochezza dell'avversario - mancante del bomber della scorsa stagione, Kliment, infortunato da mesi e del bomber di questa, Vasulin, infortunato da giorni - e la rabdomanzia di segnali positivi ai quali aggrapparsi in vista di un calendario, quello di ottobre, da far accapponare la pelle. E i segnali, se vogliamo, ci sono: bene Ndour, che ha sicuramente mezzi importanti su cui lavorare e può essere riproposto con fiducia, bene Piccoli che ha sbagliato qualche situazione di troppo, ma ha segnato un gol e mostrato una ferocia rara nell'attaccare la profondità, cosa che andrà calibrata con Kean quando verranno riproposti insieme.

Due istantanee

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Di Fagioli abbiamo parlato nelle pagelle e nel video post partita, su di lui non giova dilungarsi: ci auguriamo solo che possa essere recuperato al meglio delle sue potenzialità nel minor tempo possibile. Invece altri due singoli meritano la spesa di qualche altro carattere: Dzeko e Fazzini. I loro segnali sono opposti sia ad una prima, sia ad una seconda valutazione e adesso spieghiamo in che senso. Il bosniaco ha offerto una prestazione non sensazionale ma timidamente incoraggiante, con alcuni spunti intelligenti ma una grave, doppia macchia che sta nelle due palle perse malamente a pochi passi dall'area al 55'. L'ex Empoli, invece, è entrato e ha tenuto accesa la lampadina del dribbling e della fantasia fino alla fine. Un segnale negativo e uno positivo, quindi.

Solo che, se ci pensate bene, a lungo, le prospettive si ribaltano. L'errore, che capita a chiunque, Dzeko compreso, è arrivato al limite dell'area viola, una posizione che un attaccante mai dovrebbe occupare, ma è questo il punto: l'attaccante è Piccoli (o Kean), Dzeko invece svolge per Pioli un ruolo di raccordo per certi versi nuovo e la posizione profonda e la rabbia con la quale ha protestato dopo il primo pallone perso sono indici del suo pieno coinvolgimento tecnico e tattico. Poi sono aperte le discussioni sul suo impiego da titolare, specie con un Fazzini così, ma è un altro paio di maniche. Fazzini, appunto: benissimo ancora una volta il suo ingresso, come contro il Napoli, ma ancora una volta pensateci bene. E' Fazzini, con tutto il rispetto per il giocatore che è e che diventerà, non è Maradona. E se Fazzini entra e sembra che il mondo si illumini, allora probabilmente è più il mondo che sta passando una fase di profonda eclissi. Comunque, ben venga il numero 22, se può aiutare con i suoi spunti a scardinare una difesa, quella della Roma, che ha incassato solo una rete nelle prime 5 gare di campionato.