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Paratici dovrà ribaltare tutto, ma almeno il test del martelletto funziona: c’è vita
E fu così che la Fiorentina salvò il Natale... circa. Di sicuro quello di Vanoli, che in caso di non vittoria sarebbe stato con ogni probabilità oggetto di attente riflessioni che avrebbero coinvolto anche l'imminente Head of Football viola Fabio Paratici, in arrivo nelle prossime ore. Invece il 5-1 all'Udinese, qualcosa di onestamente impensabile prima di vederlo e raccontarlo, ci restituisce esultanze convinte, sorrisi e applausi, pur non da parte di tutto lo stadio.
Va detto, e l'abbiamo già detto nel video-commento a caldo del nostro vice direttore (visibile in alto) che questa vittoria, specie per come è arrivata, non certifica la fine di tutti i problemi. Semmai solo la fine del ritiro, come fatto sapere dalla società. Un clamoroso errore del portiere avversario che si è fatto espellere dopo sette minuti ha messo la gara in discesa, ma una squadra come la Fiorentina delle prime 15 giornate poteva benissimo mostrarsi incapace di approfittarne. Invece, per quanto il compito fosse facile, è stato svolto brillantemente e questo non era scontato. Prendiamo e sottolineiamo quello che c'è di buono senza perdere di vista il quadro generale.
Bene Fagioli che ha confermato la bella prestazione individuale offerta contro il Verona, ma stavolta in tanti gli hanno fatto eco: sottolineiamo i due gol di Kean, gli servivano come il pane, ma soprattutto Gudmundsson e Parisi, le due "intuizioni" di Vanoli. Mettiamo le virgolette perché non è che ci fossero molte alternative: qualcosa andava cambiato, ma non avendo esterni a parte Kouamé che non è al top non si poteva che alzare un terzino e imitare il ct dell'Islanda Gunnlaugsson che spesso allarga il 10 sulla sinistra.
Uno stimolo di questo genere, solamente cambiando la disposizione in campo degli stessi giocatori (rispetto alla gara persa col Verona solo Ndour per Sohm), e la squadra ha avuto una reazione spontanea. Per lo meno è stata in grado di portare a casa la partita, cosa che, come insegna la sconfitta del Parma in 11 contro 9 con la Lazio, se non tieni in mano il tuo destino non è detto che ti riesca. Un po' come quando il dottore sottopone il paziente al test del martelletto, picchiettando il tendine del ginocchio e ottenendo una scalciata involontaria come reazione. Ecco, la Fiorentina, nella sua veste di paziente, ha risposto in maniera analoga allo stimolo che le ha dato Vanoli. Certo, la domanda può essere di conseguenza: cosa diamine aspettava? Peccato non averlo potuto chiedere attraverso i colleghi o il nostro inviato in sala stampa. Ma la Fiorentina, per quanto malata, è ancora in vita e lo ha dimostrato.
Malata, però. Lo ripetiamo ancora, questa vittoria non segna che un potenziale punto di (ri)partenza. Paratici dal primo momento sulla sua scrivania dovrà ugualmente ribaltare il mondo della Fiorentina, portando fuori dal gorgo la squadra che sarà rivoluzionata a gennaio attraverso partenze e conseguenti arrivi. Saranno giorni di decisioni fondamentali, ma la consolazione principale è che finalmente a prenderle sarà un dirigente con esperienza e pieni poteri. Ci permettiamo anche di sottolineare: un dirigente che, nel bene (gli scudetti alla Juventus) e nel male (inchiesta Prisma) ha segnato un decennio di calcio italiano.
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