Gosens è un tema (ma non un problema)
—Però un singolo, per quanto non rappresenti in nessun modo un problema, merita qualche parola in più: Robin Gosens. E ripetiamo nuovamente, a scanso di ogni equivoco, che non si tratta di denunciare un problema. Il tedesco ha giocato una partita più che dignitosa, non ha sofferto, anzi si è anche reso pericoloso in maniera estemporanea con una volée dalla distanza. Il punto semmai è proprio questo: nell'equazione della coperta corta una delle variabili è rappresentata proprio da Gosens, che passando alla difesa a quattro e quindi schierandolo terzino si trasforma da corazziere libero di attaccare anche in area di rigore avversaria a buon difensore esterno, senza però lo spazio per offrire il suo pieno contributo visto che ha un esterno davanti. Un po' come tenere una Ferrari in garage, o comunque farla andare su vie trafficate. Terzo refrain: da terzino non gioca male, non causa affanni, non è su di lui che si deve lavorare, perché anche senza gran parte del suo apporto offensivo dà l'impressione di essere meglio di Parisi e di Biraghi. Ma visto che davanti a lui Palladino preferisce Kouamé a Sottil (bocciatura abbastanza clamorosa per il figlio d'arte, a proposito) e visto che in rosa ci sono altri due terzini sinistri, perché non proporlo direttamente avanzato? Forse, così facendo, avrebbe poco spazio per correre. Ma è un'idea, e con tante partite da giocare chissà che non possa essere provata...
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