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Non è un proverbio, è la vita mister

“Chi sa fare sa capire”: Palladino ha capito. E questa sì che è meritocrazia!

Raffaele Palladino
Un'altra grande serata al Franchi contro una squadra sulla carta più forte. E stavolta ci sono buoni motivi per guardare al futuro con grande ottimismo
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Che bello commentare le vittorie, che bello commentare queste vittorie. Va bene, probabilmente questa Juventus qua non è l'avversario più ostico che poteva pararsi davanti alla banda viola, ma la partita contro gli odiati bianconeri spesso ha fatto accartocciare la Fiorentina su se stessa. Invece stavolta è stato un tardo pomeriggio forse mai così tranquillo contro la Vecchia Signora, dominata con due gol nel primo quarto di gara e poi mortificata con il terzo (e anche il quarto, annullato per fuorigioco) nella ripresa.

Le parole di Raffaele Palladino dopo il passaggio del turno in rimonta sul Panathinaikos in Conference League ("Credo di aver capito come risolvere il problema dei secondi tempi") hanno trovato una prima conferma sul campo e portato agli olé dello stadio nei minuti finali di una partita mai veramente in discussione dal momento in cui è stata sbloccata. C'è da dire che forse, a Napoli, il tecnico aveva visto i prodromi di queste due vittorie in quattro giorni che hanno raddrizzato i binari di un'intera, ondivaga stagione: giornalisti e tifosi hanno criticato anche aspramente, eppure...


Avanti così

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Com'è che faceva lo scambio tra Giovanni Storti e Giacomo Poretti in Chiedimi se sono felice? Vogliamo riadattarlo alla situazione attuale? "Mister guarda, non so proprio come dirtelo, ma la partita col Napoli ha fatto veramente c**are". "Ma cosa ne vuoi capire, non sai neanche cos'è una preventiva" "Ma cosa c'entra, non è che uno deve allenare i giocatori per saperli apprezzare". "Eh no caro, chi sa fare sa capire". "Ma che ca**o di proverbio è?" "Non è un proverbio, è il calcio". Ce lo siamo immaginato così, Palladino, nel rispondere alle varie invettive. In effetti è vero, chi sa fare, allenare, sa capire meglio certe cose. Speriamo allora che il problema della stagione della Fiorentina, se risolvibile, sia stato davvero risolto con quest'ultimo accorgimento. E, nel caso, avanti così fino alla fine: pazienza se Folorunsho rischia di essere una riserva, se Zaniolo ormai è la quarta scelta, se Comuzzo non è più un titolare. Ce ne faremo una ragione, a patto che la squadra faccia risultati.

Sì, avanti così: questa è meritocrazia, non quella messa in campo a San Siro. A nostro modo di vedere, se si scelgono degli interpreti su altri a disposizione allora confermarli è meritocrazia; se invece come all'andata con l'Inter le scelte sono obbligate e poi al ritorno si recuperano tante pedine di valore, decidere di non servirsene non è meritocrazia, ma masochismo. Anche questo, forse, sarà stato compreso, ma non lo imponiamo come una verità assoluta. Di assoluto ci sono solo certe serate (ancora poche, ma "dateci tempo" chiede il mister. Siamo pronti a stropicciarci gli occhi) che sa regalarci la Fiorentina. Milan, Roma, Inter, Juventus. E dopo la sosta arriva l'Atalanta...

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