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Chi la Ndour la vince: bravo mister! Ma un posticino per Fagioli non si trova?

Cher Ndour, Nicolò Fagioli
Palladino ha usato razionalità e forse ha preferito non rischiare nulla: le qualità dell'ex Juve dovranno aiutare a sostenere il prossimo mese di big match
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

È stata la scelta più discussa e alla fine la Fiorentina ha vinto, Palladino ha vinto: Cher Ndour in campo al posto di Nicolò Fagioli, nonostante le indisponibilità di Richardson per squalifica e, soprattutto, di Adli per infortunio. Dentro il giovane azzurro Under 21, 1,90 di ragazzone con fisico, dinamismo e inserimenti, a discapito delle geometrie e del piede educato dell'ex Juventus, che al momento dell'obbligo di riscatto potrebbe costare da un minimo di 13,5 a un massimo di 16 milioni, oltre ai 2,5 per il prestito oneroso impostato all'inizio di febbraio.

L'operazione è stata importantissima, eppure Fagioli, a parte una prova opaca fuori ruolo contro il Como ("Scelta obbligata" ha detto Palladino in merito al ruolo di trequartista affidato al numero 44 due settimane fa), ha messo insieme tre ingressi dalla panchina. Si fa fatica a capire come mai, ma finché la Fiorentina vince questa perplessità passa in secondo piano. Non partite subito in quarta nei commenti dicendo "non vi va mai bene nulla", altrimenti non ci intendiamo (o non ci facciamo intendere, pure peggio). Anche perché, è bene ribadirlo, la Fiorentina negli ultimi 5 anni non aveva mai fatto 45 punti dopo 27 partite di campionato. Se si guarda al dato generale, come chiede il tecnico, ci viene restituita una bella immagine.


Nel frattempo, parliamo di cosa è andato bene, oggi possiamo farlo a differenza di qualche giorno fa e non ci tiriamo certo indietro: i giocatori messi nel loro ruolo. Pablo Marì al centro della difesa a tre (dove Pongracic, oggi solido da terzo, aveva combinato disastri ad agosto), Gosens che torna dove aveva incantato a Bergamo, da tornante, e riassapora il gol, Cataldi che torna a macinare chilometri. E proprio Ndour, che ha assicurato grande tenuta e copertura della porzione di campo della mezzala destra (scheda Sofascore). In pratica, una volta sbloccato il punteggio, la squadra viola ha sostanzialmente controllato il match, con l'occasione di Veiga nel finale molto episodica e beffarda al massimo se fosse stata convertita.

Malino Zaniolo, ma con le stesse attenuanti che ha avuto contro il Como, non riesce a trovare la scintilla il redivivo Gudmundsson nel finale, malino ma molto sfortunato Beltran, che pure Falcone l'aveva spiazzato e che pure aveva tirato molto bene in occasione della traversa colpita. Due legni che "nascono" dal piede di Fagioli, subentrato appunto nella ripresa. Due calci d'angolo ben battuti: il primo ha portato al tocco di mano di Pierret punito col rigore, il secondo un pallone basso ben calibrato a ingannare il dispositivo leccese e ad armare la conclusione del compagno. E poi due passaggi chiave e quasi il 100% in tutti i dati relativi al fondamentale (Sofascore). Viene da chiedersi se davvero non ci sia posto per questo tipo di giocatore nel 3-5-2 obbligato per questa sera, ma che sembra perfetto per la maggior parte degli interpreti in rosa. La squalifica di Mandragora per la trasferta di Napoli forse permetterà di vedere finalmente l'ultimo arrivato da titolare in un ruolo consono, ma il rientro di Adli potrebbe mescolare ulteriormente le carte in un mese di partite che vede praticamente solo scontri con squadre di alta classifica. Però ribadiamo, non ci fraintendete: con tre punti in saccoccia, che giochi Fagioli o meno è secondario; non a caso nel titolo viene prima la soddisfazione per una vittoria dalla quale non si poteva proprio prescindere, ottenuta con razionalità, attenzione e nonostante una discreta dose di sfortuna.

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