Prima l'inciampo tecnico, poi quello comportamentale: non è stata la serata di Ranieri, che finisce dietro la lavagna
Non è raro, all'arrivo dei giocatori negli stadi, vedere alle loro orecchie cuffie enormi nelle quali vengono sparati i tipi più diversi di musica, per caricarsi prima delle partite. Ecco, c'è chi, invece di caricarsi, dovrebbe riprodurre "Molto calmo" di Neffa, perché la sua carica non ha bisogno di essere alimentata. Parliamo di Luca Ranieri, e mettiamo subito le mani avanti: la sua fin qui è una stagione altamente soddisfacente, è diventato un punto di riferimento in difesa e, per la questione delle liste e per il suo rendimento, è un tesoro per la Fiorentina. Però non si possono esaltare i pregi e celare i difetti, no?
Uscita a vuoto
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Il difetto di Ranieri è che parla un po' troppo. O anche che è troppo plateale negli atteggiamenti. Gli errori, come quello sul gol del momentaneo 3-2, con Khalaili che lo salta secco, vanno e vengono, non è il primo e non sarà certo l'ultimo. Ah, se non avesse avuto i crampi l'anno scorso nella finale di Praga... Ma poi arriva l'errore veramente grave, quel "Non mi rompere il membro (espressione edulcorata, ndr), stai zitto e gioca" rivolto a Bonaventura - che qualche partita in più di lui l'ha giocata - e dato in pasto alle telecamere, quindi a tutta l'Italia.
Spalletti che penserà?
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Già. l'Italia. Il Bel Paese, ma anche la Nazionale. Che attualmente, verso Euro2024 e il Mondiale 2026 (questo può essere un obiettivo verosimile per il 16 viola), è allenata da quel Luciano Spalletti che tra i nomi giovani interessanti ha indicato, con Kayode, anche quello di Ranieri. "Sono venuti fuori giovani forti", ha detto il ct il primo giorno del nuovo anno. Ma il tecnico di Certaldo, ormai si sa, è uomo molto attento ai valori e ai comportamenti. E allora se ti permetti di dare del miracolato a Paredes, campione del Mondo in carica con l'Argentina, se fai brutto a Beltran e Ikoné dimenandoti in maniera sguaiata contro l'Udinese perché non ti fanno il movimento giusto, se dai in escandescenze contro quello che lo stesso Spalletti ha definito tra il serio ed il faceto "il nostro Bellingham", non ti stai mettendo esattamente in luce ad occhi come i suoi.
Guarda Di Lorenzo
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Stiamo parlando dell'allenatore che ha fatto Di Lorenzo capitano del Napoli perché in grado di mantenere la calma con gli arbitri e con i compagni, i quali gli mostrano un rispetto assoluto anche se non è il più anziano in termini di presenze. C'è un confine labile tra avere leadership in maniera esuberante e sfociare nella piazzata, e questo confine Ranieri, a Budapest, l'ha oltrepassato. Meglio allora essere un leader calmo, come sosteneva Abraham Lincoln: "Se un uomo è deciso a dare il massimo di se stesso, non ha tempo da perdere in liti personali. E non può permettersi di addossarsene le eventuali conseguenze, come perdere la calma e il self-control". Forse anche Lincoln avrebbe ascoltato Neffa...