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IL METRONOMO

Parodia di una squadra. Sì, il gruppo è coeso: ma c’è un problema…

Fiorentina
Uniti? Sì, ma verso l'abisso. Questa Fiorentina è molto peggio di una squadra scarsa. Battere l'Udinese sembra utopia
Simone Bargellini Vice direttore 

Nello studio post partita di Sky Sport, Beppe Bergomi, Marco Bucciantini e gli altri presenti si chiedevano come possa, questa Fiorentina, vincere anche solo una volta in campionato. Da inizio stagione l'ha fatto 5 volte (comprese le due col Polyssia) in 23 partite, sempre in Conference e solo con gli avversari più scadenti della competizione, basta guardare come sono arrivate in classifica: 24° (Sigma), 27° (Dinamo), 36° (Rapid). Battere l'Udinese sembra probabile quanto vincere al Superenalotto. Avvilente.

Parodia di una squadra

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La Fiorentina è molto peggio di una squadra scarsa che perde per inadeguatezza tecnica. Siamo di fronte alla parodia di una squadra e, prima ancora, di una società che sembra intenzionata ad entrare nella storia. Come la peggiore di sempre. Non si ricorda a memoria un gruppo di dirigenti, allenatori e giocatori che in oltre quattro mesi non sia riuscito a dare nessunissima scintilla, neppure occasionale, neppure per sbaglio. Encefalogramma totalmente piatto.

Coesi, verso l'abisso

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Permettetemi la provocazione: vuoi vedere che - Vanoli, Ferrari e tutti i giocatori che in questi mesi hanno ripetuto lo stesso ritornello - dicono la verità? O meglio, una verità seppur distorta. Il gruppo sembra effettivamente coeso. Coeso verso l'abisso. Non c'è nessuno che mostri alcun segnale di reazione, che dimostri di voler davvero "uscirne", come dicono a parole. Nessuno a partire da Commisso, che continua a dare fiducia agli stessi dirigenti, e giù a scendere fino ai calciatori: da chi ha palmares e ingaggio da big, fino ai più giovani passando per chi dovrebbe avere nella Fiorentina l'occasione della vita, non ci sono eccezioni.

Come degli automi

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Tutti allineati al nulla tecnico, temperamentale e persino di amor proprio. Come degli automi, che vanno in campo per onor di firma, pronti ad incassare un'altra sconfitta, pronti ad andare a prendere i fischi sotto la Curva, pronti alle solite frasi fatte davanti ai microfoni e via. Una routine che assomiglia ad una grande presa di giro ad una città intera. Però ecco in questo, almeno in questo, sì è vero: sono un gruppo unito.