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L'editoriale

Lenta e prevedibile. Ecco come cambiare la Fiorentina, a cominciare da Amrabat

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L'editoriale del martedì di Enzo Bucchioni, in esclusiva per Violanews

Enzo Bucchioni

In tanti abbiamo pensato che il quattro a zero di Braga, le doppiette dei centroavanti smarriti e la spinta psicologica che solo certe partite possono dare, avrebbero avuto l’effetto benefico giusto per rilanciare la Fiorentina anche in campionato. Nada de nada.

Purtroppo, invece, anche contro l’Empoli è andata in scena la partita di sempre, del vorrei ma non posso, del possesso palla e dei tanti tiri, ma con poca sostanza e un gol, soprattutto un solo punto. La vittoria è ancora rinviata e ormai manca da troppo tempo, al punto che guardando la classifica ora si comincia ad avere la netta percezione di una situazione incredibile e per certi versi inaccettabile. Una squadra partita per provare ad arrivare sesta si ritrova invece al quattordicesimo posto ben dietro tante formazioni sulla carta più deboli. Comprese due neopromosse come Monza e Lecce. Non ritorno sui perché e sui percome siamo arrivati a questo punto, ma la mancanza di concretezza, di uomini gol, è ormai un male cronicizzato. Qualcuno ora dirà: e perchè invece in Europa si segnano quattro gol? Risposta facile: nelle coppe si gioca con meno tatticismi, le squadra vanno in campo per imporre il gioco e la Fiorentina gioca bene con le squadre che giocano.

I problemi della squadra

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Il problema del gol in campionato non è di facile risoluzione. Gli allenatori italiani sono bravi, anche Zanetti dell’Empoli ha studiato i movimenti dei viola, ha chiuso le linee di passaggio, intasato gli spazi e di fronte a questo atteggiamento tattico la Fiorentina fa fatica perché davanti non ha un terminale in grado di far salire la squadra, gli esterni fanno fatica (anche Nico è calato e dopo tanta assenza è normale) e i centrocampisti toccano troppo la palla rallentando l’azione. La manovra c’è, ma tutto è prevedibile per una lentezza di pensiero e di azione. Sintetizzo: il gioco della Fiorentina funziona quando la palla gira velocemente, quando si fa viaggiare con un tocco o due tocchi, quando c’è molto movimento senza palla. Per fare tutto questo oggi la Viola fa una fatica tremenda. Spesso non ci riesce. E quando ci riesce arriva davanti alla porta tardi con la difesa schierata, le linee schermate che lasciano soltanto tiri sbilenchi o poco più. L’allenatore ha provato anche a modificare alcune posizioni, ma le caratteristiche dei giocatori sono queste e alzare il ritmo diventa complicato. Saponara ricama e rallenta. Amrabat ricama e rallenta. Barak ricama e rallenta. Anche Nico ha preso a ricamare. Jovic rallenta e basta. E tutti giocano sfruttando linee orizzontali e cambi di fronte che sono leggibilissimi. Non a caso il gol di Cabral è venuto da un’azione in velocità e individuale di Dodò che invece ha puntato la porta dritto per dritto ed è andato al tiro. Se si fosse fermato e avesse crossato come molte altre volte, facendo piazzare la difesa dell’Empoli, i “cugini” avrebbero vinto. Come si fa ad alzare il ritmo, a giocare in velocità? Sapete che stimo molto Italiano, credo che abbia ancora la possibilità di tirare fuori la Fiorentina da queste sabbie mobili, ma serve il coraggio che porta a scelte drastiche. Pioli ha cambiamo il Milan cambiando modulo e questa potrebbe anche essere la strada giusta per Italiano.

Amrabat, un equivoco

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Uno degli equivoci è Amrabat, ma non perché ha fatto l’errore sul gol empolese, ma semplicemente perché è il grande rallentatore della manovra. Giocare di prima non è nelle sue corde, è vero che recupera tante palle, ma le deve tutte ripulire, si deve girare e rigirare. L’azione è già finita. Comincerei proprio dal centrocampo per ridare un senso alla manovra. Davanti alla difesa metterei Mandragora che più di Amrabat ha il senso del ruolo e il marocchino lo metterei interno in un centrocampo. Ma anche il 4-3-3 andrebbe rivisitato visto che gli esterni non funzionano e oramai è chiarissimo. Ikonè è un giocatore fine a sé stesso. Tecnicamente bravissimo, ma inconcludente. Saponara è adattato al ruolo, il meglio la dà quando si accentra. Kouamè fatica a stoppare un pallone, è un contropiedista. Sottil chissà quando sarà in forma. Aspettando Brekalo, ma anche lui gioca meglio in mezzo, dietro le punte.

Cambio modulo come soluzione?

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Ecco così che le caratteristiche dei giocatori e il momento difficile mi portano a pensare che passare al 4-3-2-1, mettendo due trequartisti dietro la punta, accentrandoli e lasciando le corsie esterne agli sganciamenti dritto per dritto, fino in fondo, dei due terzini, potrebbe dare velocità e imprevedibilità alla manovra oltre che aiutare il centroavanti. Castrovilli (se sta bene) e Nico dietro una punta che in questo modulo non può non essere che Cabral. Ma per caratteristiche anche Castrovilli e Brekalo lo possono fare alla grande. E volendo pure Bonaventura o Barak. Ovvio che un terzetto così’ davanti potrebbe richiedere un centrocampo più muscolare e uno come Duncan non lo scarterei. In questi modo per me si rilancia anche Dodo che nello Shakthar faceva la fascia come un razzo, fino in fondo. Oggi troppo spesso deve fare i conti con la sua zona intasata da un centrocampista o dall’esterno alto, costringendolo a entrare nel campo. Per giocare così la squadra deve comunque stare compatta, non deve allungarsi, però la difesa può rimanere più bassa per lasciare più campo allo sviluppo del gioco. Trattasi di una disquisizione tattica, ovviamente. Non faccio l’allenatore, ma la considerazione di fondo è evidente: la manovra della Fiorentina deve essere assolutamente velocizzata.

Di sicuro Italiano avrà altre idee, ma che qualcosa vada cambiato è evidente. Inutile aspettare che esplodano Cabral o Jovic, mi sento di dire che ormai sono questi. Magari faranno altre doppiette (speriamo) ma le loro caratteristiche non si cambiano. Deve cambiare modo di giocare la Fiorentina. Non drasticamente, ma su alcuni correttivi ci ragionerei. Soprattutto con le squadre che si chiudono, che hanno allenatori molto tattici, bravi a impedirti di giocare. Una volta la chiamavano effetto sorpresa. Fossi Italiano comincerei a sorprendere quei colleghi che gli hanno preso le misure e sanno come gioca. Tanto per dirne due, Thiago Motta (all’andata era in tribuna, ma c’era già) e Zanetti, per me molto bravi, hanno tolto alla Fiorentina dieci punti. Empoli e Bologna andavano battute, alla fine la Viola ha portato a casa due punti. Ma potrei citare altre gare come queste…

Andiamo oltre la tattica...

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Ma oltre alla tattica e al calcio giocato, voglio parlare anche di atteggiamento. I limiti spesso si superano con il carattere, con la grinta, cercando di andare oltre e la Fiorentina non fa più neanche questo. E’ come se troppi si fossero imborghesiti e questo tema andrà trattato negli spogliatoi con un sano faccia a faccia. Non butto via niente, mancano ancora quindici gare in campionato, c’è la Conference, c’è la finale di coppa Italia all’orizzonte, e una reazione anche caratteriale sarebbe molto gradita dal Popolo Viola che è deluso, fischia, ma è pronto a reinnamorarsi di questa squadra se dimostrerà di voler superare le difficoltà con carattere. La tattica è una strada, ma l’atteggiamento e l’intensità sono l’altra, quello forse più importante. Se poi invece, paradossalmente, questa squadra ora soffre di troppo tatticismo e di troppo lavoro fatto sul campo, deve essere bravo l’allenatore a capire se è arrivato il momento di liberarla, magari non arrivando a dire “giocate come sapete”, ma dare più spazio all’inventiva a volte è una soluzione. L’ho già scritto, ma momenti simili li ho già passati con altri allenatori “giochisti”. Situazione complicata, non c’è che dire. Paradossalmente sarebbe più facile intervenire su una squadra che non esprime gioco, che non ha identità o giocatori da sostituire. La Fiorentina gioca, produce, ha identità, ma dei difetti cronici difficili da eliminare. E’ come un ingranaggio con dentro della sabbia e non è mai facile levare la sabbia dagli ingranaggi.

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