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Rinnovare il contratto di questo Dodò ha senso?
Come ha fatto Dodò a passare da fiorentino acquisito a bersaglio di critica feroce nell'arco di una manciata di mesi? Probabilmente l'esterno brasiliano classe 1998, arrivato nell'estate del 2022 dallo Shakhtar Donetsk, è il simbolo del declino viola nel periodo: una stagione contraddittoria, la 2024/25, alla fine più che discreta sul campo ma caratterizzata da rapporti incrinati, un'estate all'insegna del voltare pagina e un cammino che somiglia più ad una picchiata nella campagna attuale. Proviamo a ricostruire brevemente la formazione dei cumulonembi pieni di pioggia sulla testa del numero 2.
Maggio 2024: la Fiorentina gli propone un rinnovo fino al 2030, con un adeguamento dell’ingaggio, attualmente di circa un milione e seicentomila euro a stagione. Tuttavia, gli agenti del giocatore respingono l’offerta, e Dodò stesso la definisce “offensiva”. Da lì, i rapporti con la dirigenza si congelano per tutto il 2024/25 con Palladino. Anzi, da inizio anno i procuratori prendono a spingere per una cessione: Inter, Juventus, soprattutto Barcellona, il giocatore sogna i Mondiali con l'arrivo di Ancelotti sulla panchina del Brasile e si interessa alla possibilità di un addio. Se non che le trattative si fanno in tre, e la Fiorentina non si schioda dalla richiesta di 25/30 milioni di euro. Non se ne fa nulla. Poi, arriva Stefano Pioli: "Dodò è bravissimo e simpaticissimo. È dentro al gruppo, ci lavora con impegno. Voglio che faccia più gol, perché ha tutto per diventare decisivo". Pradè coglie la palla al balzo: "Dodò ci dà gioia e divertimento. È un leader, e vogliamo tenerlo. I rapporti con gli agenti non sono facili, ma proveremo in tutti i modi a rinnovare".I dialoghi ricominciano, si ragiona su 2029, 2028 con opzione, non senza angoli da smussare. "Speriamo di trovare la quadra in fretta", ha detto Ferrari prima della gara contro l'Atalanta domenica.
Ecco, si diceva: ma vale proprio la pena di smussarli, questi angoli? Perché diciamocelo, Dodò non ha incontrato le aspettative di Pioli quanto a gol segnati - siamo ancora fermi a quello contro il Polissya al ritorno dei playoff di Conference League, senza assist. Ad un 2024/25 che ha rappresentato il culmine dell'esperienza in riva all'Arno fino ad oggi, con 6 passaggi vincenti, ha fatto seguito quella che si sta rivelando una stagione appena appena migliore della prima, con tutte le questioni relative all'adattamento alla Serie A. Vediamo allora, scendendo nel dettaglio, il rendimento di Dodò al 2 dicembre di ognuno dei 4 anni che ha trascorso in maglia viola.
Il 2023/24 ha visto un grave infortunio, che ha quasi annullato la stagione di Dodò, ma le altre due stagioni complete recitano 1 gol (quello alla Samp nel 5-0 del 30 aprile 2023) e 4 assist la prima e appunto 6 assist la terza. Alla data del 2 dicembre, Dodò non ne aveva fatto nemmeno uno su sei, nonostante le 7 vittorie consecutive con Palladino, e anche nella prima stagione mancavano ancora il gol e 3 dei 4 assist finali, ma sono i dati che inchiodano il brasiliano. Meno passaggi chiave, meno ingressi nel terzo finale di campo, meno grandi occasioni create, anche se in questo, come si vede nell'infografica di Sofascore, non è mai stato un drago.
Nessuno ha mai chiesto a Dodò i numeri di Gosens: Domilson è un terzino che può giocare anche più alto, il tedesco un quinto che può giocare anche più basso. Le attitudini sono diverse, ma si sta parlando dell'opportunità di rinnovare un contratto che scade nel 2027 e ritoccare verso l'alto lo stipendio di un giocatore in netta involuzione e il cui rapporto con la piazza è incrinato, specie dopo qualche rientro troppo precipitoso in spogliatoio, qualche sorriso di troppo con gli avversari e il famigerato unfollow su Instagram al club. Ricordiamo che la presenza di Dodò ha spinto la Fiorentina a lasciar partire Kayode, per una barcata di milioni di euro, vero, e verso un campionato più adatto alle sue caratteristiche, ma attenzione a non lasciarsi scappare anche Fortini, che sta giocando grazie alla sua duttilità e all'infortunio di Gosens dall'altra parte.
Non vogliamo sputare sentenze, non sta a noi rispondere alla domanda - non retorica, a dispetto di quel che può sembrare - che abbiamo fatto nel titolo, ma ci sentiamo di lanciare un appello: la Fiorentina spinga e si sforzi di rinnovare il contratto di Dodò, e faccia anche qualche sacrificio a livello economico per arrivare al traguardo, ma lo faccia se e solo se crede che il suo rendimento possa crescere ed essere migliore di quello attuale, e non di poco. Non rinnovare espone al rischio di un addio a zero, ma solo nel 2027, e in rosa c'è anche Lamptey oltre a Fortini. Insomma, non è che il club non si sia preparato ad una fumata nera, almeno a quel che si può constatare.
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