Dalla scuola calcio alla Primavera: Giorgio Puzzoli veste la maglia della Fiorentina fin da bambino ed è uno degli elementi più interessanti della squadra allenata da Daniele Galloppa: una Viareggio Cup da protagonista, persa in finale contro il Genoa ma sulla quale ci sono tre segni indelebili rappresentati dai gol agli ottavi, ai quarti e nelle semifinali, e la maglia numero 10 sulle spalle. Il fantasista viola si è concesso ai nostri taccuini prima di rituffarsi nella stagione da poco iniziata.
Negli ultimi tempi l'Inter è stata un po' la vostra bestia nera, compresa la scorsa finale Scudetto. Che segnale è stato vincere contro di loro prima della sosta?
Un segnale forte, nelle prime partite ancora le squadre devono completarsi, noi abbiamo dimostrato di essere una squadra forte che può lottare per raggiungere grandi obiettivi.
In estate Galloppa vi ha parlato di Scudetto?
In realtà no, non ci ha dato obiettivi prefissati, solo provare a vincere ogni partita e tirare fuori il meglio di noi stessi.
Giocherete la Youth League.
C'è grande esaltazione per questa competizione. Non vediamo l'ora di fare trasferte diverse dal solito e provare questa esperienza.
Conosciamo meglio Giorgio Puzzoli: quando e dove hai iniziato a giocare a calcio?
Vicino casa, alla Lanciotto Campi Bisenzio, dove sono rimasto per tre anni. A otto anni mi ha preso la Fiorentina e sono sempre rimasto qua.
Insieme agli altri classe 2006 giocate insieme fin da bambini: cosa rappresenta tutto ciò?
Ci fa esprimere meglio in campo perché ormai ci conosciamo a memoria, sia sul rettangolo verde che fuori. Tra noi del gruppo storico non c'è invidia, tutti vogliamo il bene del compagno perché ormai siamo amici da una vita. È un legame che dà qualcosa in più a noi stessi, all'allenatore e alla squadra.
C'è un allenatore che ha segnato il tuo percorso da giocatore?
Galloppa, ormai mi allena da quasi quattro anni.
Se dico Fiorentina cosa ti viene in mente?
Fede e passione. È la squadra che tifo fin da quando sono nato, sono sempre andato allo stadio. Non è un'arma a doppio taglio essere tifosi della squadra in cui si gioca, almeno io non lo penso, perché quando si scende in campo si pensa sempre a fare il meglio possibile.
La scorsa edizione della Viareggio Cup è stato il tuo trampolino di lancio verso questa stagione.
Sicuramente mi ha dato una mano perché venivo da un lungo infortunio e avevo bisogno di riprendere fiducia e forma. Mi ha dato qualcosa in più per far meglio anche quest'anno.
Poi, questa estate, è arrivato il ritiro con la prima squadra di Pioli.
Emozione unica e anche inaspettata, fino al giorno prima non sapevo nulla! Esperienza unica giocare delle partite, seppur solo amichevoli. Condividere l'attacco con Dzeko? Fa strano! Fino a poco tempo prima lo guardavo in tv, magari lo avevo anche al fantacalcio sperando facesse gol.
Hai detto fantacalcio: chi c'è nel fanta-attacco di Puzzoli?
Nella mia lega ci sono tanti fiorentini e i giocatori viola sono stati strapagati. Alla fine ho preso Castro, Ferguson e Dovbyk.
Ci hai raccontato che Nico Paz è il tuo idolo (su Instagram di Violanews usciranno dei contenuti extra, ndr). In cosa lo osservi per rubare qualcosa?
In campo non sbaglia una scelta. Mi ispiro a lui e un minimo penso anche di assomigliargli nello stile di gioco. Guardo come si muove, come attacca la profondità, ma soprattutto le scelte che fa in determinate situazioni.
C'è spazio oggi nel calcio italiano per giocatori come te, cioè meno fisici ma più tecnici?
Secondo me dipende soprattutto dall'allenatore e dalla squadra, che tipo di campionato vuol fare e qual è il suo obiettivo. Magari questo genere di giocatore non ti dà sempre certezze in tutte le partite, anche a livello difensivo, quindi gli allenatori per fare punti si affidano a giocatori con caratteristiche diverse.
Parliamo di qualche tuo compagno di squadra. Iniziamo con Braschi.
Vive per il gol e non pensa ad altro, siamo molto amici.
Fortini.
Non mi aspettavo fosse subito così pronto per la Serie B. È sempre stato un giocatore fortissimo, ha fatto un bel salto e sono contento per lui, si merita tutto quello che sta facendo.
Rubino.
Alla Carrarese può fare bene. È un giocatore forte, tecnico, decisivo, farà una grande stagione.
Concludiamo con Kouadio, che ha appena esordito in A: che tipo è?
È sempre sorridente e mette felicità, dà gioia, una persona d'oro.
Qual è il tuo obiettivo per quest'anno? Sia personale che di squadra.
Cerco di fare un gol e un assist tutte le partite, anche se non ho fissato una quota precisa. Parlare di scudetto è presto, sicuramente vogliamo fare bene, anche in Youth League, dove vogliamo andare avanti il più possibile.