Solo poche settimane fa, Roberto Piccoli sembrava destinato a essere il compagno d’attacco ideale di Moise Kean. Oggi, invece, il suo ruolo appare decisamente ridimensionato. Le ultime dichiarazioni di Stefano Pioli lasciano pochi dubbi: la coppia con Kean — più volte evocata in estate — sembra ormai un esperimento accantonato, giocano un centravanti e un sottopunta.

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Piccoli, non era così che doveva andare: l’ammissione di Pioli e cosa cambia ora
Tutto era iniziato durante il ritiro in Inghilterra, quando a Pioli era stato chiesto se servisse un attaccante con caratteristiche simili a quelle di Kean. La risposta è stata possibilista: “Può essere, è importante avere più opzioni per il reparto offensivo.”
I centravanti a disposizione del tecnico erano due: Kean e il neo arrivato Edin Dzeko. Poche settimane dopo, in riva all’Arno è approdato anche Piccoli, che non nascose quanto il ruolo di Pioli fosse stato decisivo nella sua scelta di vestire il viola.
Dopo la seconda giornata di campionato, in occasione della trasferta di Torino, l’idea di vedere Kean e Piccoli insieme ha iniziato a prendere corpo, o almeno così sembrava dalle dichiarazioni di Pioli:“Troveremo alla ripresa squadre che giocano diversamente e cercheremo di adattarci, ma non sarà facile per nessuna difesa reggere l’urto di due attaccanti come Kean e Piccoli. Poi è chiaro che sperimenterò molto avendo tante gare, le partite cambiano e gli avversari pure, noi dobbiamo essere preparati a tutto.”
Sembrava l’inizio di una nuova coppia offensiva, fisica e complementare, anche le parole di Roberto Piccoli sembravano poter far sognare i tifosi viola: "Abbiamo creato tanto davanti, dobbiamo trovare quella sintonia che ci farà fare grandi cose". Il campo, il tempo e le prestazioni dell'ex Lecce (ma anche della Fiorentina in generale) però, hanno raccontato tutt'altra storia. Le sperimentazioni ci sono state, ma le idee del tecnico si sono progressivamente spostate verso un modulo più fluido, con Kean punta unica e un giocatore più tecnico o mobile alle sue spalle.
Dopo il pareggio interno con il Bologna, il tecnico viola ha chiarito il suo pensiero in modo inequivocabile: “Kean può giocare con uno dietro, sia una seconda punta come Gud sia un attaccante di raccordo come Dzeko.”
Parole che sanciscono un cambiamento netto nelle scelte offensive: Kean resta il riferimento principale, Gudmundsson l’alternativa creativa e Dzeko l’opzione di esperienza e palleggio. Piccoli, di fatto, scivola così verso il ruolo di semplice riserva nelle rotazioni, con spazi sempre più ridotti e una prospettiva di ruolo di bomber di coppa, almeno per questa stagione. Non si fraintenda: la Fiorentina ora ha un'alternativa di peso al suo bomber, cosa che l'anno scorso avrebbe fatto un gran comodo, ma probabilmente Piccoli stesso non avrebbe accettato di passare in viola se gli fosse stato prospettato fin dall'inizio un ruolo da alternativa.
Un ribaltamento rapido e sorprendente, considerando che solo due mesi fa Pioli lo immaginava come il partner ideale per il suo numero 9, o meglio 20. Oggi, invece, il tecnico viola sembra aver trovato equilibrio altrove, e per Piccoli si prospetta una difficile rincorsa per tornare protagonista.
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