Catalizzatore per la Conference
—Eh già, perché Pablo Marì, che si è rivelato così strutturalmente importante per le certezze della Fiorentina in campionato, non è stato inserito nella lista UEFA e quindi non è utilizzabile in Conference League. Come mai, se il suo ruolo era quello di mettere a posto il reparto, come ha dimostrato di essere in grado di fare? Possiamo solo fare ipotesi, ma quel che è fatto è fatto: ciò che è certo è che a fare il centrale senza lo spagnolo è Comuzzo, che ha giocato tra Ranieri e Moreno ad Atene e tra Ranieri e Pongracic a Firenze contro il Panathinaikos, cavandosela tutto sommato con buoni risultati. Veniamo allora a quella che è la vera importanza dell'ex Flamengo e Arsenal per il presente e per il futuro: non solo proteggere la porta gigliata in campionato, ma anche fungere da chioccia per Comuzzo, nominato ultimo baluardo viola in Europa per tentare l'assalto già fallito due volte alla terza coppa continentale. Palladino, in pratica, si sta servendo di Pablo Marì come di un catalizzatore, che in chimica è una sostanza che accelera una reazione (la difesa a tre) senza entrare a far parte del risultato finale. Del resto è stato lo stesso difensore a mettere le cose in chiaro in sede di presentazione: "Uno dei miei valori è poter dare consigli e indicazioni a tutti. Non vedo l’ora di poterlo fare anche con Comuzzo e lavorare insieme". Quello tra campionato e Conference League, tra Marì e Comuzzo, è un passaggio di consegne che potrebbe restituire al calcio fiorentino, nazionale e internazionale un difensore completo in tutto, dopo un inizio di 2025 complicatissimo a livello personale.
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