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Con che modulo gioca?
—Pellegrini ha un modulo fisso, il 4-2-3-1. Il centro del gioco passa per il regista, in questo caso Isco, e importantissimi sono gli esterni Antony e Jesus Rodriguez. Possesso palla e verticalizzazioni, con un centravanti, Bakambu, che apre gli spazi agli inserimenti da dietro. I capocannonieri della squadra in Liga sono Isco con 8 gol e Lo Celso con 7, ma in Conference il congolese Bakambu ha segnato 6 reti nelle ultime cinque partite.
Pellegrini che allenatore è?
—È un allenatore un po’ sottovaluto nel panorama internazionale. Non dimentichiamoci che ha vinto una Premier League con il Manchester City, prima dell’arrivo di Pep Guardiola. In precedenza, aveva portato il Villarreal ai massimi livelli della Liga con un terzo, un quinto e un secondo posto, e in Europa fece lo stesso con il Malaga, dove arrivò a giocare i quarti di Champions League. Con il Real Madrid, nella sua unica stagione passata alla guida dei blancos, fu sfortunato, perché fece 96 punti in Liga – cifra di solito sufficiente per ottenere il titolo - ma si trovò di fronte il Barcellona di Guardiola che ne fece 99. Anche se il suo passaggio al Bernabeu era stato già segnato dall’eliminazione in Coppa del Re e quella negli ottavi di Champions contro il Lione.
Quali sono i giocatori allo stato attuale più pericolosi per la Fiorentina?
—Isco è il faro della squadra e sta avendo un 2025 spettacolare. Si parlava perfino di un ritorno in nazionale. L’aria di Sevilla ha fatto benissimo poi ad Antony, che ha fatto finalmente rivedere i numeri e le giocate che avevano portato il Manchester United a spendere quasi 100 milioni di euro per acquistarlo dall’Ajax. È sulla strada giusta per tornare a essere un giocatore vero, e non l’inconcludente e apatico visto in Premier League. Lo Celso nella prima parte di stagione, quando mancava Isco, aveva tirato la carretta e si era preso sulle spalle la squadra. Spesso infortunato, però, al contrario di Isco ha avuto fin qui un 2025 sottotono. Partirà dalla panchina, ma questa è una minaccia per la Fiorentina, perché la sua qualità è indubbia e, in caso di inserimento nella ripresa, potrebbe contribuire a tenere alti i ritmi se Isco fosse stanco. Il centrocampista Jonny Cardoso è stato la rivelazione in questi ultimi mesi, era arrivato a gennaio 2024 e aveva faticato a inserirsi negli schemi. Gli inizi erano stati irregolari, aveva cambiato spesso il compagno di mediana - all’inizio William Carvalho, poi Sergi Altimira, Marc Roca, adesso Pablo Fornals - ma con il passare del tempo ha iniziato a trovare la posizione, ha limitato gli errori e tutta la squadra ne ha beneficiato.
Che partita si aspetta?
—Molto equilibrata. Come detto, il Betis è una delle squadre spagnole più in forma del 2025. I problemi del Betis potrebbero essere in difesa, perché con l’infortunio di Diego Llorente sono rimasti solo Bartra e Natan come difensori centrali di ruolo. Due buoni difensori, ma ogni tanto hanno delle incertezze decisive. All’inizio della stagione la difesa rimaneva poi troppo scoperta, perché il centrocampo non faceva sufficiente filtro, e il rendimento dei terzini, soprattutto quelli di sinistra, era stato irregolare. Con il passare delle partite i meccanismi sono stati registrati e le lacune limitate, ma non sparite del tutto. Soprattutto perché in mezzo, al fianco di Cardoso, giocherà Fornals, che in carriera ha quasi sempre giocato sulla linea della trequarti, mezzapunta o esterno. Questo dà garanzie in situazione di possesso palla, meno quando c’è da ripiegare o evitare un contropiede.
Che cosa si pensa di Joaquin, ha mai ricordato Firenze nelle sue interviste?
—Joaquin a Sevilla, sponda Betis, è un mito, senza esagerare la massima leggenda del club, anche se da qui sono passati altri giocatori fortissimi, come Luis del Sol, che giocò anche in Italia, e Rafael Gordillo, a lungo anche con il Real Madrid e nella nazionale spagnola. Nelle sue interviste, con quella sua maniera burlona di raccontare le cose, Joaquin ricorda sempre con affetto il periodo passato a Firenze, soprattutto i momenti goliardici cercando di spiegarsi in italiano. In Spagna sono diventati virali e spesso usati come ‘meme’, quando qualcuno si vanta di parlare bene le lingue, in questo caso l’italiano.
Com’è lo stadio, quanta gente ci sarà e come sono i tifosi?
—La tifoseria del Betis è una delle più passionali di Spagna, i tifosi sono attaccatissimi alla squadra. Il motto più famoso è ‘Viva el Betis manque pierda’ che nello spagnolo sevillano significa ‘Viva il Betis, anche se perde’. Perché il Betis è una passione che va al di là dei trofei. I numeri lo confermano: il Betis ha 50.741 abbonati e ben 73.439 soci. Non male, no? I sevillani sono sempre festosi e allegri, in questo periodo ancora di più, per la Semana Santa, evento clou dell’anno, insieme alla Feria de Abril, che si svolgerà la prossima settimana.
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