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L’elettroshock di Pioli: squadra spalle al muro, cosa c’è dietro il no alle attenuanti

L’elettroshock di Pioli: squadra spalle al muro, cosa c’è dietro il no alle attenuanti - immagine 1
Una lettura dello stile aggressivo adottato dal tecnico, che in conferenza stampa ha allontanato ogni idea di rodaggio o attenuante proposta dai colleghi
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Non è che dalle conferenze stampa si possa carpire granché, nella maggior parte dei casi, ma ascoltando l'intervento di Stefano Pioli verso Pisa-Fiorentina una sensazione netta l'abbiamo avuta: il tecnico viola ha cercato di dare una manciata di scosse ai suoi giocatori, stimolandoli e allontanando tutte le forme di alibi nei confronti della mancanza di risultati in questo inizio di stagione. Rileggiamo alcuni passaggi:

  • "Io faccio le scelte in base a quel che vedo e a cosa sento. Le prestazioni dei giocatori poi sono quelle che dettano le scelte"
  • "La crescita della squadra passa per la crescita dei singoli. Dobbiamo crescere come collettivo ma se ogni giocatore sale di livello lo fa anche la squadra"
  • "Il rodaggio è finito, sono 70 giorni che lavoriamo insieme. Non si può più parlare di rodaggio"
  • Pioli vuole di più dai singoli, li pungola, cerca di ottenere evidentemente una reazione: parla di allenamenti in cui si "forzano delle priorità", di risultati che "devono arrivare". Sembra davvero che l'allenatore parmense si sia reso conto di come il tempo a sua disposizione sia poco. Non tanto in relazione all'eventualità di un esonero, no, non siamo ancora a parlare di questo, quanto proprio in relazione a quello che lui e la società hanno in mente per la stagione da poco iniziata.

    Tempus fugit

    —  

    Quel che ci è sembrato di leggere tra le righe, in estrema sintesi, è un'urgenza di trovare il "vestito adatto" a questa Fiorentina, perché i punti persi rispetto alle dirette concorrenti (col Como pure uno scontro diretto pesante) sono già diversi, e soprattutto perché giovedì prossimo c'è la prima di quelle partite che sì, una magari la puoi sbagliare, ma se ne sbagli quattro come è successo in campionato sei fuori: le sei gare della League Phase di Conference League. Il livello è generalmente alla portata, ma già l'anno scorso abbiamo avuto modo di appurare che 18 punti non sono assolutamente garantiti. E mai come quest'anno la Conference League si presta alle ambizioni del club viola. Tradotto: se non la si vince a Lipsia nella primavera del 2026, chissà quando ricapita. Ed è per questo, a nostro avviso, che Pioli ha deciso di andare "all'attacco", mettendo in un certo senso i suoi giocatori con le spalle al muro e dando così un elettroshock per risvegliare la Fiorentina dalla sua catatonia prima che sia davvero troppo tardi per raggiungere insieme qualcosa di importante, rifuggendo dall'anonimato. Che poi ha fatto una cosa del genere anche dopo il Como, con quel "se non miglioriamo con la palla, saranno guai grossi". E allora, come dice Giancarlo Giannini doppiando Al Pacino in Ogni maledetta domenica, o risorgere come collettivo, o essere annientati individualmente.