Ci sono momenti e momenti per un calciatore, ma ce n'è uno nella Fiorentina che da qualche settimana a questa parte sta convincendo sempre di più: Rolando Mandragora. Il numero 8 della squadra di Palladino, che nel mese di ottobre ha saltato quattro partite per un infortunio al ginocchio che alla fine si è rivelato meno grave del previsto, sta tornando ad essere quel centrocampista che qualche anno fa faceva la differenza in squadre come Torino e Udinese. In questa stagione, in ben 23 presenze tra tutte le competizioni (Serie A e Conference League), ha realizzato già 3 gol e 3 assist. E voi direte? Ma non sono numeri entusiasmanti. È vero, ma se andiamo ad analizzare quelle che sono state le sue partite nell'ultimo periodo, in particolar modo quando sono iniziati ad emergere i problemi fisici a Cataldi, Mandragora sembra aver cambiato completamente atteggiamento. Da cosa lo si capisce? Anche semplicemente dall'atteggiamento in campo, come carica i compagni e li sprona a fare meglio.


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È un Mandragora mai visto: carisma e piazzati, tenerlo fuori ora è difficile
Per Palladino non si tocca
—Per Palladino è diventato insostituibile, non riesce a non farne a meno. Non è un calciatore dalle doti fuori categoria, ma uno che quando viene chiamato in causa dà tutto se stesso fino alla fine. E ultimamente anche con ottimi risultati. Poi, sulle palle da fermo ha anche un piede molto educato. Ricorderete sicuramente l'assist su punizione, in no-look, per Kean contro il Genoa e quello per la rete di Ranieri, da calcio d'angolo, nel recupero di giovedì scorso contro l'Inter. Due schemi riusciti alla perfezione, partiti entrambi dai piedi di Mandragora. Poi, si è dimostrato anche molto freddo dal dischetto, battendo Sommer sotto una pioggia di fischi a San Siro lunedì sera. Insomma, in un momento in cui la Fiorentina doveva ritrovare equilibrio a centrocampo, dopo un periodo tra fine 2024 e inizio 2025 non del tutto esaltante, Palladino si è affidato a Mandragora. Con i nuovi arrivi ci sarà da capire come il tecnico viola gestirà il suo cuore della squadra. Un'idea potrebbe sicuramente essere un centrocampo a tre con lui, Adli e Fagioli (quest'ultimo difficile da lasciare fuori, soprattutto dopo l'esordio visto a Milano). Insomma, da non avere scelta, Palladino adesso ne ha anche troppa, ma meglio così. Il finale di stagione sarà incandescente tra Serie A e Conference League. La Fiorentina che proverà a fare di tutto per ottenere grandi risultati in entrambe le competizioni. Mandragora è un leader di questo gruppo e l'allenatore viola non vorrà sicuramente farne a meno.
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