C'era un vecchio e divertente spot degli anni Novanta con Stefano Accorsi in cui si diceva che "du is megl che uan". Si parlava di gusti del gelato, e magari quella pubblicità aveva anche ragione, ma si tratta di una formula non sempre applicabile al calcio, soprattutto al reparto d'attacco.

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Kean vola con Retegui, e con Piccoli? C’è lavoro da fare, ecco perché
Ne sa qualcosa Stefano Pioli che da quando è arrivato a Firenze sta lavorando per riuscire a far convivere Moise Kean con un compagno di reparto, dopo la clamorosa stagione vissuta dal classe 2000 da unico riferimento offensivo. Indicazioni, movimenti, condivisioni degli spazi, per l'ex Juve il ruolo è lo stesso, ma l'interpretazione è agli antipodi rispetto a quanto fatto lo scorso anno. Ed è fisiologico che trovasse difficoltà quantomeno nelle prime partite stagionali, cosa effettivamente accaduta nel quartetto di gare messe in archivio con la maglia viola. Ma segnali positivi arrivano da Coverciano e dalla maglia azzurra.
Nelle sfide contro Estonia e Israele Kean ha messo a segno tre reti, sfornando due ottime prestazioni a fianco di Retegui. Una buona notizia per la Fiorentina: se funziona con l'ex Genoa perché non può funzionare anche con Piccoli? Giusto, ma la risposta non è banale, perché il confronto fra Piccoli e Retegui ci dice che un po' di lavoro da fare c'è.
Lo spunto ci arriva dalle heatmap di Torino-Fiorentina e Israele-Italia confezionate dagli amici di Sofascore. Kean, Piccoli e Retegui sono destri naturali, ma se quest'ultimo non ha problemi nell'occupare qualsiasi posizione del fronte offensivo, per gli altri due il discorso è leggermente diverso. I due attaccanti viola hanno una naturale predisposizione (come testimoniato dalla mappa di calore) a partire leggermente decentrati sul lato sinistro del campo. Tendono, insomma, ad occupare la stessa zona di campo e 'pestarsi i piedi'.
Un problema irrisolvibile? Assolutamente no. E Pioli sta sfruttando questi giorni sosta per perfezionare posizioni e movimenti con lo stesso Piccoli. L'Italia intanto serve un assist, adesso serve al tecnico viola mandare in gol i suoi. Di certo là davanti il talento per andare in rete non gli manca.
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