Kean, i match con le piccole, l’identità. Le missioni di Pioli alla Fiorentina

Dov'eravamo rimasti? Era l'aprile 2019 quando Stefano Pioli, con un atto di straordinaria dignità, rassegnò le sue dimissioni dalla Fiorentina. Sei anni e passa dopo ne è passata di acqua sotto i ponti e in casa Fiorentina è cambiato tutto o quasi. Dalla proprietà al centro di allenamento, dalla dirigenza allo stesso stadio Franchi. E anche lo stesso Pioli torna a Firenze con un bel carico di esperienza in più (e uno scudetto) nella città in cui ha vissuto emozioni travolgenti. "Quello che possiamo promettere come club, come squadra è che cercheremo di lavorare tutti i giorni con grande serenità, passione ed entusiasmo", ha ammesso con un po' di emozione non appena è entrato all'interno del Viola Park. Già, perché di lavoro da fare Pioli ne avrà parecchio fin da oggi. Le questioni ancora da chiarire sono tante. Giroud, Klose, Mané, Leao e uno dei più grandi di tutti i tempi: Cristiano Ronaldo. Stefano Pioli sa benissimo come si parla e come ci si deve comportare con i grandi campioni all'interno dello spogliatoio. Ancora non è arrivata l'ufficialità, ma con la scadenza della clausola rescissoria, Moise Kean sembrerebbe vicinissimo al rinnovo di contratto con la Fiorentina. Da capire ancora, con precisione, a quali condizioni. I tifosi viola sperano. Missione già parzialmente compiuta dall'ex Milan che, grazie al carisma, alla personalità e all'apprezzamento che Firenze gli riconosce, ha già placato quasi del tutto gli strascichi di una stagione finita con una furiosa contestazione da parte della tifoseria. Pompiere da un lato, incendiario dall'altro: ora Pioli dovrà tramutare i fischi in applausi grazie al lavoro sul campo. La Fiorentina ha chiuso l'anno con risultati, tutto sommato, sufficienti. Quel che la piazza viola, da sempre dal palato fino, ha imputato alla viola della scorsa stagione è una conclamata mancanza d'identità nel gioco. Più volte la Fiorentina si è ritrovata aggrappata soltanto alle giocate singole dei suoi migliori interpreti. Servirà dare una sterzata in tal senso. Altra questione di mercato da risolvere. Il brasiliano è stato uno dei migliori interpreti in stagione: da alcune settimane sembrava spingere per andare altrove, ma anche le sue prime parole durante la serata del Viola Carpet, sempre con il solito sorriso stampato in faccia, hanno acceso nel popolo fiorentino una speranza di permanenza. La Fiorentina resta ferma nella sua convinzione che possa rimanere. La mediazione di Pioli potrebbe essere un fattore decisivo. L'enorme tallone d'Achille della Fiorentina dell'ultima stagione. Palladino ha portato a casa lo scalpo di quasi tutte le big di Serie A, ma a questo ha fatto da contraltare un rendimento, in alcune gare quasi sconcertante, nei match con le squadre di medio-bassa classifica. Pioli dovrà riportare la Fiorentina a fare il suo dovere contro le piccole. È stato il tema di tutto il mese di giugno e, alla fine, la Fiorentina ha deciso di tenerlo con sé. È indubbio che però tutta la piazza si aspettasse qualcosa di più dall'islandese. Infortuni, una leggera indolenza mostrata in alcune circostanze e un legame forse mai sbocciato del tutto con l'allenatore. Pioli dovrà esser bravo a coinvolgere da subito e al 100% uno degli acquisti più onerosi nella storia della Fiorentina, ma anche le sue parole a Sky Sport fanno capire la sua intenzione di voler lasciare il segno con la maglia viola.