Il film del 2025: 10 istantanee per lasciarci alle spalle un anno di contraddizioni

[tps_title]INTRO[/tps_title] Addio 2025, benvenuto 2026. Come al cambio della guardia di ogni anno, ci guardiamo indietro e riviviamo i momenti più intensi passati assieme alla Fiorentina. E che anno solare è stato: pieno di colpi di scena e di episodi, con una prima metà a guardare verso l'alto e una seconda a guardare clamorosamente e pericolosamente verso il basso. Noi ve lo riassumiamo così, come potete vedere scorrendo attraverso le schede, ma vi chiediamo di farci sapere nei commenti qual è stato il momento che più vi ha lasciato il segno in quest'anno che salutiamo. [tps_title]GOSENS SALVA PALLADINO[/tps_title] Fiorentina-Lecce 1-0, 28 febbraio: dopo due mesi zoppicanti, Palladino viene messo in discussione (buffo, col senno di poi, no?) e si vocifera di un possibile esonero in caso di mancata vittoria contro il Lecce, dopo i ko contro il Como e il Verona. Voci scacciate, in assenza di Kean infortunato, da Robin Gosens, autore del gol decisivo in avvio di testa su cross di Dodò. Da quel momento è cominciato un nuovo capitolo per la squadra del tecnico campano. [tps_title]IL 3-0 ALLA JUVE[/tps_title] In un altro snodo fondamentale della stagione, alla metà di marzo, la Fiorentina supera gli ottavi di Conference League rimontando il Panathinaikos al ritorno e poi distrugge l'ultima Juventus di Thiago Motta con un perentorio 3-0, firmato da Gosens, Mandragora e Gudmundsson. Il 3-5-2 varato da Palladino dopo il riassestamento della rosa post malore di Bove diventa una proficua base per avanzare nella primavera. [tps_title]L'ELIMINAZIONE IN SEMIFINALE DI CONFERENCE[/tps_title] Superato lo Celje di Albert Riera ai quarti, c'è il Real Betis in semifinale: la sconfitta per 2-1 del Benito Villamarìn con rete di Ranieri viene rimontata dalla splendida doppietta di Gosens al Franchi l'8 maggio, ma ai supplementari arriva la doccia gelata a firma di Ezzalzouli. A Breslavia, in finale, ci vanno gli spagnoli che perdono 4-1 col Chelsea, la Fiorentina non accede all'ultimo atto della Conference League per la prima volta da quando vi partecipa. In campionato, però, permangono sogni di qualificazione anche all'Europa League. [tps_title]LA QUALIFICAZIONE EUROPEA[/tps_title] Invece gli ultimi risultati della stagione mettono la Fiorentina in una posizione complicata: il Bologna vince la Coppa Italia e passa in Europa League nonostante arrivi sotto i viola vincitori per 3-2 nello scontro diretto, la Lazio si presenta all'ultima giornata sopra di tre punti. Serve che la Fiorentina vinca a Udine e che i biancocelesti perdano in casa contro il Lecce. Difficile, no? E invece è proprio quel che succede: il 25 maggio Fagioli (che segnando contribuisce all'obbligo di riscatto dalla Juventus), Comuzzo e Kean conquistano la vittoria, Coulibaly a Roma confeziona un regalo inatteso. E' ancora Conference League. [tps_title]LE DIMISSIONI DI PALLADINO[/tps_title] Prima del ritorno col Betis era arrivata l'estensione del contratto di Palladino, mentre nella conferenza stampa di fine stagione il presidente Commisso lo ha definito "come un figlio". All'indomani, arriva l'incredibile notizia delle dimissioni del tecnico, dovute ad una incompatibilità divenuta insanabile col ds Pradè. La stagione termina con questo colpo di scena mentre rimbalzano le voci sul possibile nuovo allenatore viola. [tps_title]PIOLI E LA PRESUNZIONE ESTIVA[/tps_title] La scelta ricade sul ritorno di Stefano Pioli, che si libera dall'Al-Nassr per accettare un triennale a 3 milioni all'anno e farsi volto di una campagna acquisti da 92 milioni di euro: arrivano subito Dzeko, Fazzini e Viti, poi ecco Sohm, Piccoli, Nicolussi Caviglia e Lamptey. Manca un difensore, ma la squadra comincia la stagione con due obiettivi ben precisi: lottare per la qualificazione in Champions League e vincere la Conference League. Questi mesi sarebbero poi stati definiti dall'allora dt Goretti "i mesi della presunzione". [tps_title]CROLLA IL PROGETTO[/tps_title] Invece, la Fiorentina non vince una partita in campionato e balbetta anche in Conference, ma a far spavento è la classifica che comincia ad essere preoccupante. Prima della sfida contro il Lecce in casa, che fa seguito al brutto ko per 3-0 contro l'Inter, a inizio novembre Pradè dà le dimissioni, ma l'ambiente non si scuote e la sconfitta per 1-0 condanna Pioli all'esonero, necessario dopo una lunga trattativa per cercare un accordo sulla rescissione con buonuscita. A Mainz la squadra viene guidata da Galloppa e perde 2-1, poi si insedia sulla panchina viola Paolo Vanoli, con Goretti promosso a direttore sportivo. Un vero e proprio frullatore. [tps_title]DZEKO E I TIFOSI[/tps_title] Vanoli, però, non migliora la situazione: la vittoria continua a non arrivare e in Conference passa l'AEK Atene al Franchi. Edin Dzeko, mai davvero dentro alle rotazioni in campo, si sfoga a fine partita: "E' vero, facciamo cagare, ma i tifosi non ci possono fischiare al primo errore". Ne scaturisce una polemica suturata pochi giorni dopo a Bergamo, dove dopo l'ennesima sconfitta contro l'Atalanta (di Palladino, guarda che coincidenze) il bosniaco si rivolge agli ultras prendendo in prestito un megafono e chiedendo di stare uniti. [tps_title]IL RIGORE DI REGGIO EMILIA[/tps_title] Arriva dicembre, il "mese della verità", come lo definisce Vanoli. Un mese che inizia con il tonfo in casa del Sassuolo in una gara che si era messa bene all'inizio con il rigore battuto da... Mandragora. Il battitore designato è Gudmundsson, ma la palla se la contendono il numero 8 e Kean in una scena poco edificante, la Fiorentina va in vantaggio ma viene rimontata e battuta facilmente. Vanoli spiega che Gudmundsson non se l'è sentita, l'islandese lo smentisce sui social. Altra dimostrazione di caos a fronte delle dichiarazioni del dg Ferrari, che parla di "bella atmosfera" e di "gruppo unito". [tps_title]ARRIVA PARATICI, LA PRIMA VITTORIA E IL KO DI PARMA[/tps_title] Prima della partita prenatalizia con l'Udinese arriva la notizia del sì di Fabio Paratici al ruolo di Head of Football della Fiorentina, I giocatori sembrano ricevere una scossa dopo i bruttissimi scivoloni contro Verona e Losanna e, aiutati dalla follia di Okoye che si fa espellere dopo 7 minuti, battono per 5-1 l'Udinese. Entusiasmo che però non viene alimentato a Parma, dove lo scontro diretto termina 1-0 per i ducali con tante occasioni sbagliate dai viola, che chiudono la prima parte di campionato all'ultimo posto con appena 9 punti in classifica.