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Incubo senza fine

I tifosi non tradiscono, la Fiorentina sì (di nuovo): servono punti, non patti

Stefano Niccoli
Stefano Niccoli Redattore 
I tifosi hanno fatto la loro parte nella trasferta contro il Sassuolo. I giocatori, però, hanno tradito nuovamente la fiducia di Firenze. Salvezza, ad oggi, raggiungibile con un miracolo. Non servono patti d'amore e del megafono, ma punti

Abbiamo bisogno di voi”: urlava così Edin Dzeko, megafono in mano, ai tifosi dopo la sconfitta di Bergamo contro l’Atalanta. I tifosi, la loro parte per la gara contro il Sassuolo, l’hanno fatta eccome. Erano in più di tremila a Reggio Emilia a sostenere i loro beniamini. I quali hanno alzato nuovamente bandiera bianca in maniera indecorosa e raccapricciante, tradendo per l’ennesima volta la fiducia di Firenze. Che tutto si merita fuorché questo “spettacolo”. I sostenitori, il cartellino inteso come continuo sostegno a Ranieri & co., l’hanno timbrato. Su questo non vi era il benché minimo dubbio. Ma, come sottolineava il nostro vice direttore Simone Bargellini pochi giorni fa, loro non possono evitare o segnare un gol. Perdere nel calcio, al netto del buco nero in cui si è infilata la Fiorentina, ci sta. Ma non come avvenuto contro il Sassuolo. Dal gol del pareggio di Volpato (De Gea, che succede?), gli uomini di Paolo Vanoli sono usciti dal campo, si sono sciolti come neve al sole.

Inutile, ad oggi, sottolineare la presenza o l’assenza di quel giocatore e disquisire su assetto a tre o a quattro. La Fiorentina, giunti alla vigilia delle festività natalizie, semplicemente non è una squadra (lo ha detto anche Roberto Goretti). A livello tecnico-tattico l’encefalogramma è piatto che più piatto non si può e la paura e il nervosismo sono i sentimenti dominanti nello spogliatoio. I tifosi hanno dato, danno e continueranno a dare il loro sostegno ai giocatori. Ma quest’ultimi? Per ora hanno contraccambiato con figure, a dir poco, meschine. Sia chiaro: la speranza, nonostante quest’analisi dura, è che alla fine la Fiorentina riesca a salvarsi. Obiettivo che, vedendo l’andamento fino ad oggi, è raggiungibile solo con un miracolo. Esodi, patti d’amore, patti del megafono: tutto molto bello, ma servono quei maledetti tre punti. Solo quelli faranno smuovere i ragazzi di Paolo Vanoli dai bassifondi della classifica.