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Ha senso cedere adesso Albert Gudmundsson?

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E se si guarda al suo sinistro, diventa difficile pensare di poterne fare a meno. In quella giocata ci sono qualità, bellezza… amore. Perché, in fondo, «l’amore non può vivere dove non c’è fiducia»
Giovanni Zecchi
Giovanni Zecchi Redattore 

«La fiducia si guadagna goccia a goccia, ma si perde a litri», diceva il filosofo Jean-Paul Sartre. Sarebbe interessante sapere quanta fiducia ripongano oggi i dirigenti viola in Albert Gudmundsson.

Il numero 10 ha toccato il punto più basso della sua avventura alla Fiorentina con il messaggio di sfogo pubblicato sui social dopo il rigore di Sassuolo-Fiorentina. Dopo quelle dichiarazioni sono arrivate le sconfitte contro Dinamo Kiev, Verona e Losanna, risultati che sembravano porre fine all’esperienza in viola dell’islandese.

Del resto, ormai non è più un segreto: l’agente del numero 10 viola si sta guardando intorno per sondare possibili soluzioni in vista del mercato di gennaio. Tutto sembrava pronto per l’addio, poi l’arrivo di Fabiano Paratici e la vittoria contro l’Udinese — anche grazie a un suo bellissimo gol — hanno frenato ogni tipo di riflessione sulla sua cessione.

Sia chiaro: la Fiorentina non si è lasciata ammorbidire dall’ultima prestazione di Gudmundsson. È ancora evidente la disapprovazione per il suo comportamento post Sassuolo, così come pesa la sua discontinuità. Tutti fattori che potrebbero convincere Fabio Paratici a cederlo. Il messaggio, in sostanza, è chiaro: “Se vuoi rimanere, bene; se vuoi andare, nessuno ti tratterrà”.

Parma e Cremonese saranno i palcoscenici sui quali Firenze e i fiorentini giudicheranno se il Gudmundsson visto contro l’Udinese sia stato un caso isolato o se davvero il numero 10 possa tornare utile alla causa viola. Non saranno più accettati giri a vuoto.

Ed è qui che si arriva alla domanda del titolo: ha davvero senso cederlo adesso? Firenze, anche se non sembra, ha molta pazienza. L’ha avuta — giusto per citare esempi recenti — con Ikoné e Beltrán, giocatori che non hanno mai realmente convinto. Perché allora non concedere un’ultima possibilità anche a Gudmundsson?

Gasperini sembrava interessato, Inzaghi avrebbe fatto carte false pur di averlo all’Inter. Eppure un mese può essere un lasso di tempo sufficiente per decidere se continuare a puntare su di lui o cercare altrove la chiave della Fiorentina. Deciderà Fabio Paratici: ora è tutto nelle sue mani.

E se si guarda al suo sinistro, diventa difficile pensare di poterne fare a meno. In quella giocata ci sono qualità, bellezza… amore. Perché, in fondo, «l’amore non può vivere dove non c’è fiducia».