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Gudmundsson, dalla storta alla caviglia alle dritte di Caviglia: Nicolussi cambia tutto
La stagione del riscatto di Albert Gudmundsson: tra i tanti temi dell'estate, sin dall'ultimo terzo di giugno, ovvero quando è arrivata la notizia del riscatto dell'islandese da parte della Fiorentina, tutti hanno sempre riposto grandi speranze nell'ex Genoa. Una permanenza fortemente voluta dallo stesso giocatore, da sempre convinto di poter raggiungere grandi traguardi con il viola addosso. La prima stagione è stata difficilmente giudicabile nel suo complesso, a causa di vari problemi fisici - incluso quello che si è portato dietro dalla Liguria a inizio annata - e del processo privato che lo riguarda in Patria. Un affare, quello di Reykjavik, non ancora archiviato, ma abbastanza in là per convincere la Fiorentina della bontà dell'operazione.
Gudmundsson? Bisogna pretendere tanto da Albert, ha tanto da dare. Preferisce lavorare tra le linee. Sta dando disponibilità, cambieremo in campo e cercheremo equilibrio, ma Gud per noi sarà sempre centrale.
Queste sono dichiarazioni di Stefano Pioli, allenatore viola, datate 21 agosto 2025, la sera della vittoria per 0-3 in casa del Polissya con l'unico gol del numero 10 nelle 4 gare ufficiali disputate fin qui. Che Gudmundsson abbia tanto da dare è pacifico, dato che al Genoa ha disputato una stagione 2023-24 su livelli stratosferici. Eppure anche in questo primissimo scorcio stagionale vediamo lampi accecanti, ma sporadici. L'assist fondamentale per Mandragora a Cagliari, per esempio, ma anche larghi tratti di impalpabilità. E adesso un infortunio alla caviglia rimediato in Nazionale, una distorsione che non sembra preoccupare eccessivamente, ma che ha richiesto prudenza e una valutazione a Firenze nelle prossime ore. Una volta smaltita questa storta, come fare per riportare Gud al centro del villaggio?
Chi avanza l'ipotesi che sia un problema di schema e di compiti in campo, viene smentito dai dati che ci forniscono gli amici di Sofascore: Gudmundsson, nel 2024/25 come in queste primissime partite, tende sempre ad agire sul centro-sinistra, sia che abbia una, sia che abbia due punte davanti a sé. Anzi, in questi giorni Albert ha tirato di più, suggerito più tracce e completato più dribbling rispetto alla media dell'anno scorso. Quel che cambia, semmai, è chi ha dietro di sé: il dialogo con Fagioli non sempre è fruttuoso se il numero 44 deve occuparsi anche del raccordo con Pongracic, l'altro componente della colonna vertebrale gigliata. Con Palladino spesso il centrocampo veniva saltato, mentre solo da metà dell'inverno in poi, con Fagioli+Cataldi, si sono visti sostanziali miglioramenti. Al Genoa, era Badelj, che a Firenze conosciamo bene, a ripulire il gioco per fornire a Gudmundsson palloni già carichi di potenziale pericolosità. Ecco perché aggiungere un "ripetitore" come Nicolussi alla cablatura di Pioli potrebbe risolvere diversi problemi: quello dei terzi di difesa poco inclini al palleggio e quello della difficoltà di Gudmundsson ad entrare nel vivo del gioco. Non resta che aspettare la ripresa del campionato e valutare la potenza del nuovo segnale.
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