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Una sfida norrena
—Il numero 10 stasera, diversamente dalla sfida di andata ad Atene, dovrebbe partire titolare. Di fronte a sé troverà un prossimo compagno in Nazionale, il connazionale Sverrir Ingi Ingason. Della sfida tutta "vichinga" ha parlato anche il Ct islandese, curioso di vedere chi uscirà vincitore dal duello. Il difensore centrale classe '93 è una vera colonna della formazione greca. Titolare senza eccezioni per il tecnico Rui Vitoria. Anche all'andata ha giocato 90' nella sfida dello "Spyros Luis" vinta 3-2 dal Panathinaikos. Eppure stasera a Gudmundsson si chiede di trovare il modo di scardinare la difesa dei greci, guidata proprio da Ingason. Colpi di classe in grado di indirizzare la battaglia sportiva dalla parte della Fiorentina, per non fermarsi e andare al di là. Dell'ostacolo Panathinaikos e del turno europeo.
Il Valhalla può attendere
—E a proposito di andare al di là, è impossibile non menzionare il Valhalla, l'aldilà del nostro titolo. L'oltretomba vichingo è una maestosa ed enorme sala situata ad Ásgarðr, il mondo divino governato da Odino. Nella mitologia norrena quando un guerriero moriva in battaglia poteva finire in due luoghi diversi: una metà veniva scelta personalmente da Odino, verso il quale si dirigeva venendo accompagnato nel Valhalla dalle valchirie. Così morivano gli eroi vichinghi, scortati nell'oltretomba. Per Gudmundsson però non è ancora tempo di "morire", nella sua avventura - seppur precaria - in viola. Non è ancora tempo per cadere in battaglia, a Firenze c'è ancora spazio per essere eroi in campo.
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