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San Siro capita a…Fagioli: Nicolò è pronto a far rivedere il suo “bel” giocare?

Niccolò Fagioli
San Siro banco di prova
Matteo Torniai Redattore 

Oramai prossimi al suo esordio in maglia viola (LE PROBABILI DI INTER-FIORENTINA), sembra quasi lecito domandarsi: "Nicolò Fagioli è pronto?". L'ex centrocampista bianconero arriva da una prima parte di stagione non facile: le scorie dell'anno di inattività ancora da smaltire, una confidenza col campo ancora da ritrovare e un rapporto, complicato, come quello con Thiago Motta che certamente non ha aiutato. In questa prima porzione di stagione, Fagioli ha giocato 773 minuti distribuiti in 24 presenze totali. Ciò significa che, considerando una partita come 90 minuti, Fagioli, delle sue 24 presenze all'attivo in stagione, ha giocato per intero solo 8.5 partite. In sostanza, allenamenti esclusi, il ragazzo ha sulle gambe 8 partite e mezzo da luglio ad oggi (SCORRI FINO IN FONDO PER LEGGERE I SUOI DATI).

Che Fagioli è arrivato a Firenze?

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A rispondere alla domanda è stato lo stesso centrocampista in conferenza stampa:

Ho passato un brutto periodo, ma sono il ragazzo che vedete ora, tranquillo, sereno e molto felice di essere qua. Sono spensierato e molto contento di iniziare questa nuova avventura a Firenze.


Il brutto periodo, fa sicuramente riferimento alla squalifica per il caso-scommesse che ha gravato su Fagioli, a partire dal 20 ottobre 2023, fino al maggio del 2024. Parliamo di sette lunghi mesi, che lo hanno visto rimettere piede in campo solo alla punultima giornata della stagione scorsa contro il Bologna (20 maggio 2024). L'ultima apparizione, prima di Bologna, in A, risaliva al lontano 1 ottobre 2023, Atalanta-Juventus 0-0.

Insomma, parliamo di mesi in cui, ha dovuto prima esternare pubblicamente quella che, sui media, è stata definita come una vera e propria malattia (ludopatia) e poi, lavorare da solo fisicamente, ma soprattutto psicologicamente, per il suo ritorno sul campo. Il tutto diventa ancora più un'impresa mastodontica se si pensa che ha dovuto affrontare tutto questo tra i 21 e i 22 anni.

Allegri e...Spalletti

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Ad aiutarlo, almeno come figura di riferimento, pare essere stato l'ex allenatore bianconero, Massimiliano Allegri. Non a caso, Fagioli ha raccontato in conferenza stampa di "una chiamata quasi da padre a figlio" tra lui e Allegri relativamente al suo futuro da calciatore, diviso, fino ad una settimana fa, tra Marsiglia e Fiorentina. Nel 2018, Max (come lo chiamano a Torino) parlava già così del talento smisurato del classe 2001:

Abbiamo un ragazzo, che si chiama Fagioli ed è 2001. Vedere giocare quel ragazzo a calcio, è un piacere. E' uno che conosce il calcio, che conosce i tempi di gioco, che sa quando si smarca, che sa quando si passa la palla. Veramente, è bello vederlo giocare

Se dobbiamo fare un'analisi tecnica, direi che possiamo affidarci a questa considerando che, non solo Allegri, ha sempre visto in lui qualcosa di speciale; Luciano Spalletti, pur di avere con sé Fagioli all'Europeo, ha affrontato l'ira della stampa e il pensare comune. Così, il CT azzurro, ha difeso la sua decisione:

Fagioli ha qualità uniche, che mancano ai centrocampisti italiani. La mia è una scelta tecnica. E' un giocatore che vede spazi che nessuno riesce a vedere

Thiago Motta

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Ad avvalorare però le parole di Fagioli ([…]sono il ragazzo che vedete ora, tranquillo, sereno e molto felice di essere qua[…]), sono le sue successive dichiarazioni ai canali ufficiali della Fiorentina in cui non nasconde il suo obiettivo di vincere la Conference League; il tutto abbinato ad una leggerezza non da sottovalutare, nel suo parlare. Insomma, idee chiare e qualche sassolino dalla scarpa da eliminare. Il rapporto con Thiago Motta non è mai veramente sbocciato, anzi. Inevitabilmente, dopo la stagione precedente vissuta dal ragazzo, Motta aveva, in qualche modo, il compito di dare a Fagioli la fiducia necessaria per riprendere a pieno regime il tabellino di marcia. Al tecnico bianconero, secondo quanto ha riportato la Gazzetta dello Sport, non sono piaciute, a livello di temperamento, le sue prestazioni, facendolo scalare piano piano sempre più verso il basso nelle gerarchie.

Troppa poca fiducia? Ha colpa il ragazzo? Ha colpa l'allenatore?Con Moise Kean abbiamo imparato a non fidarci troppo dei numeri, soprattutto di quelli di un giocatore di qualità proveniente dalla Juventus. Ricordate le 8,5 partite giocate da Fagioli da luglio ad oggi? Kean, in tutta scorsa stagione, è riuscito (ironicamente, vedendo quanto sta facendo attualmente) a giocare meno: 654 minuti distribuiti in 20 presenze, circa 7,2 partite (da 90 minuti) sulle gambe.

Un passato difficile e un venturo da tutelare: oggi, Firenze per Fagioli rappresenta il vero trampolino di lancio per estraniarsi prima, dal suo difficile passato, e poi dalla protezione dei tecnici (ad esempio di Allegri e Spalletti) nei suoi confronti; cosa che, alla lunga, può suonare quasi come una scusante alle sue prestazioni. Firenze per ritrovarsi, dimostrare e scrivere la propria storia. Come ieri per Kean, oggi per Fagioli: un ragazzo che ha un futuro (23 anni) ancora tutto da scrivere.

Fagioli