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IL SUO MENTORE

Ex all. Ndour a VN: “Operazione top per la Fiorentina e per Cher. Non ha limiti”

Cher Ndour
L'Erasmus di Cher Ndour in Portogallo ha segnato il suo sviluppo come calciatore: abbiamo intervistato l'allenatore che ne ha seguito la crescita al Benfica
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

"Mister, ha saputo? Ndour viene alla Fiorentina".

-"Veramente?"

-"Giuro". 

-"Che bello, persona e acquisto top"

-"Le va di parlarne?"

E' andata esattamente così. Quando, un mese e mezzo fa, avevamo allacciato i contatti con Luis Castro, allenatore del Dunkerque in Ligue 2 con un lungo e decorato passato da tecnico delle giovanili in Portogallo, ci interessava la sua esperienza al Vitoria SC di Guimaraes, avversario della Fiorentina in Conference League (qui l'intervista di allora). Non immaginavamo certo che, una quarantina abbondante di giorni dopo, ci saremmo risentiti per tracciare il profilo di Cher Ndour, che si appresta ad essere un nuovo centrocampista viola. Castro rimane ancora oggi l'allenatore agli ordini del quale Ndour ha giocato più partite in assoluto, nelle giovanili del Benfica col quale ha vinto la Youth League nel 2022: parliamo quindi del professionista che lo conosce meglio di tutti.

Dunque, ci presenti un po' questo ragazzo. Chi ha preso la Fiorentina? 

Cher ha una tecnica che non è normale in un giocatore della sua stazza. Sa usare bene entrambi i piedi, è molto intelligente e gioca box to box, partecipando alle due fasi. E poi a renderlo speciale c'è il fatto che è capace di segnare in tutti i modi, tirando da fuori oppure attaccando l'area di rigore. Per me è un centrocampista completo, che può ancora crescere e arrivare al top. Mentalmente è forte, ha fame di vittoria e lavora sodo. Per la Fiorentina è un acquisto molto, molto buono.


Lei è l'allenatore che ci ha lavorato per più tempo, oltretutto in un periodo di sviluppo anche fisico. In cosa lo ha visto crescere?

In Italia giocava per lo più contro i suoi coetanei, mentre in Portogallo affrontava e si allenava con ragazzi più grandi di lui. È arrivato nell'Under 16 e dopo pochissimo è salito da me nell'Under 23: questo gli ha consentito di sviluppare molto il suo fisico, perché gli serviva essere più veloce e pensare più in fretta. E anche a livello di pressione, tempi di inserimento e copertura, competitività. Lavorare in un club come il Benfica vuol dire giocare ogni partita per vincere. Prendete la Youth League: non c'è spazio per sbagliare. Questo lo ha reso pronto, come caratteristiche generali, a giocare ai massimi livelli.

Eppure, forse oggi non è arrivato ai livelli che prometteva da giovanissimo, non ancora per lo meno. Forse il salto al Psg è stato troppo grande? Gli è mancato uno step intermedio?

Dipende cosa si intende per "i livelli che prometteva". Ha 20 anni e ha già giocato per le prime squadre di Benfica, Psg e Besiktas, tre squadre tra le migliori nei rispettivi paesi, che fanno le coppe europee. Quindi per l'età che ha è a un ottimo livello. Penso che adesso gli serva un po' di continuità, e in Turchia ha cominciato ad averla, ha giocato tante partite e l'ho visto, non è andato per niente male. In Serie A può mettersi in mostra, sarà nel suo paese in una squadra che quest'anno si propone di essere tra le migliori 7. In non molto tempo sarà importantissimo per la Fiorentina, farà vedere a tutti il suo livello. Penso che sia possibile per lui raggiungere uno status da top.

In che tipo di centrocampo si esprime al meglio?

Direi che può fare tutto, ma io lo preferisco box to box: ha caratteristiche utili sia con sia senza il pallone, se Palladino glielo lascia fare può attaccate l'area e fare assist. Ha tecnica e tira molto bene. Poi dipende dal sistema di gioco e chi gli sta attorno, può anche agire in una posizione più arretrata.

C'è qualche episodio particolare che le viene in mente pensando a Ndour?

Ci divertivamo dentro e fuori dal campo, perché è un bravo ragazzo e abbiamo un ottimo rapporto. Ricordo volentieri un paio di aneddoti.

Siamo tutt'orecchi

È altissimo, giusto (1,90, ndr)? Eppure non usava molto il colpo di testa, in generale e soprattutto in area di rigore avversaria. Ne abbiamo parlato un sacco, ci abbiamo lavorato e all'incirca due settimane dopo prende, si fionda in area, salta sopra al difensore e incorna in rete. Io, lo staff ma soprattutto Cher, eravamo tutti su di giri. Non solo: un'altra volta ci siamo proposti di lavorare sul tiro da fuori e di lì a poco eccotelo segnare una doppietta con due botte dalla distanza. Quindi vedete, quello che voglio dire è che lui può fare tutto quello che vuole sul campo, ha bisogno solo di crederci e lavorarci.

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Si ringrazia Luis Castro per la disponibilità