Vi ricordate il film Don’t Look Up, quello con Leonardo Di Caprio? Quello in cui due scienziati scoprono una cometa diretta verso la Terra e provano in tutti i modi ad avvertire il mondo. Il problema non è il calcolo: è giusto. L'impatto arriverà. Il problema è tutto il resto: chi minimizza, chi devia, chi preferisce non guardare in alto. Ecco, la Fiorentina di oggi sembra vivere esattamente dentro quel film. Perché il meteorite c’è, ed è visibile a occhio nudo: si chiama Serie B.

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Don’t Look Up Fiorentina! La cometa che arriva si chiama Serie B
Non è allarmismo, non è catastrofismo, non è pessimismo. È la classifica, è il campo. È la sensazione costante di una squadra che scende in campo senza identità, senza certezze, spesso senza reazione. Ogni partita è un pezzo in più di cielo che si oscura. Come nel film, anche qui si prova a deviare. Un cambio tattico, una rotazione, una scelta momentanea. Ogni sconfitta diventa un episodio, ogni prestazione negativa un incidente isolato. Ma il problema non è l’episodio: è la traiettoria. Ed è una traiettoria che porta dritta all’impatto.
La Fiorentina non perde solo partite. Perde tempo, perde sicurezze, perde anima. Il gioco non esiste. I singoli sembrano scollegati, spesso spaesati, quasi rassegnati. E quando la testa smette di credere, anche le gambe seguono. Così il Franchi diventa uno spettatore silenzioso, come il cielo nel film: tutti lo guardano, pochi vogliono davvero capire cosa sta succedendo. In Don’t Look Up c’è una scena che resta impressa più di tutte: quella finale. Quando i protagonisti, ormai consapevoli che nessuno fermerà il corpo celeste, si siedono a tavola. Provano a parlare di normalità, di ricordi, di cose semplici. Non perché non si potesse fare qualcosa prima, ma perché si è scelto troppo a lungo di non farlo.
Ed è questa la paura più grande per la Fiorentina. Non la sconfitta di Verona o quella prima, non la partita sbagliata, ma l’abitudine al disastro. La normalizzazione della caduta, il “ci rialzeremo” ripetuto mentre tutto continua a crollare. Il meteorite è lì, la Serie B è lì, e non serve più guardare in alto per vederla. Serve solo decidere se provare davvero a fermarla. O se, come nel film, continuare a deviare… fino alla scena finale.
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