Un ragionamento, quello fatto a gennaio, che poteva avere senso, ma che è crollato come un castello di carte a una folata di vento col passaggio alla difesa a tre
Un po' siamo stati sorpresi, quando abbiamo letto il nome di Fabiano Parisi al posto di quello di Robin Gosens nella distinta ufficiale di Napoli-Fiorentina: ma come, fuori uno dei più in forma? Poi, però, un senso lo abbiamo trovato, e cioè preservare una delle maggiori fonti di pericolosità per quella che, a conti fatti, diventa una partita importantissima. Contro il Panathinaikos ci sarà da rimontare, e la vena offensiva del tedesco nel ruolo di quinto o di tornante sarà una delle soluzioni principali alle quali affidarsi. Bene, quindi Gosens ha risparmiato un po' di energie; e Dodô? Dodô no, lui non può. Non ha una riserva, è stanco e si è visto (è stato uno dei peggiori in campo a nostro giudizio), ma non può proprio rifiatare perché Kayode è andato via e non è stato preso nessuno al suo posto.
Il pensiero che soggiaceva e la svolta (im)prevista
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È un po' la stessa cosa che è successa con Kean, con una differenza macroscopica: se manca Moise - e lo abbiamo visto contro Como e Lecce - una toppa la si può mettere adattando Zaniolo e/o Beltran, che non sono nel loro ruolo ideale ma hanno precedenti da punta, hanno una vaga idea di cosa fare e possono provare a farlo, sebbene non sia la loro specialità. Quanto a Dodô, il ragionamento è stato quello di affidarsi a Moreno e Comuzzo da terzini bloccati: giusto, lo possono fare, lo hanno fatto e in certi casi anche bene. Il problema nasce nel momento in cui si decide di passare al 3-5-2: non ci sono più i terzini, ma i quinti di centrocampo, e Moreno e Comuzzo, sebbene possano agire larghi a destra in difesa, non possono fare altrettanto sulla linea dei centrocampisti. Non si tratta di adattare, ma proprio di cambiare ruolo: qualcosa di impossibile, a meno che non ci si chiami Alessandro Bastoni o Riccardo Calafiori, due difensori con piedi da numero 8. Altri profili. Forse non ci si aspettava un cambio di modulo? Eppure l'arrivo di Pablo Marì era un indizio abbastanza lampante. (Continua sotto la foto)
Senza Dodô crolla il 3-5-2
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E quindi se manca il brasiliano che si fa? A meno di un'improbabile trasmigrazione di uno fra Gosens e Parisi a destra... l'unica soluzione è tornare alla difesa a 4. E anche in quel caso, chiunque tra Comuzzo e Moreno sostituisse Dodô non potrebbe farlo in tutto e per tutto, non essendo lo stesso tipo di terzino. Il 3-5-2 mette più o meno tutti d'accordo a livello tattico: Gudmundsson è più libero di girare attorno a Kean, Gosens ha più campo da attaccare, Fagioli può costruire e i difensori sanno cosa fare. Anche Dodô rende bene. Ma se manca lui, non c'è nessuno che abbia le credenziali anche solo per provare a fare il quinto a destra. Speriamo allora che il classe 1998 non salti più una partita e soprattutto che non si stanchi: anche lui può accusare la fatica.
E Kayode?
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Ormai la "frittata" è fatta, ma almeno Kayode starà andando bene, si starà facendo valere, varrà quei circa 18 milioni pattuiti nell'accordo per il diritto di riscatto in favore del Brentford? Beh... no, non ancora. Anzi, il paradosso è che Kayode, andato via dalla Fiorentina per giocare di più, sta giocando praticamente quanto giocava in viola. Cioè poco e nulla. Per il momento ha messo assieme 30 minuti distribuiti in appena 4 presenze su 6 disponibili dal suo arrivo a Londra, entrando sempre nel finale di gara. In Serie A, nella prima parte di stagione, le sue presenze sono state 5, una intera contro l'Udinese per via dell'assenza di Dodô, su 19. Senza quei 90', il conto scende a 34' in 4 presenze. 30' in 4 in Inghilterra, 34' in 4 in Italia. È probabile e auspicabile che il dato aumenti nei prossimi due mesi, ce lo auguriamo. Altrimenti saremo a certificare un'operazione errata in tutte le sue sfaccettature.