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Brocchi a VN: “Adli e i prestiti? Non c’è solo il contratto. Ecco come andò a me”

Brocchi
Cristian Brocchi a Violanews. Il racconto del gol contro l'Inter nel 2006. Aneddoti e racconti della Fiorentina di Toni e compagni
Matteo Torniai

8 febbraio 2006; per iniziare a parlare con Cristian Brocchi vogliamo partire proprio da quella data lì, da quel Fiorentina-Inter 2-1 che lo ha visto protagonista. Al Franchi si sfidano due delle squadre più in forma del campionato: la (prima) Fiorentina di Prandelli con 11 vittorie in casa nelle prime 12 partite (siamo alla 24esima giornata), e l'Inter di Mancini con una striscia di ben 11 vittorie nelle ultime 12 di campionato. Parliamo dell'Inter di Adriano, Figo, Veron, Samuel, Cordoba e Zanetti, solo per nominane alcuni. Prandelli schiera i suoi fiori all'occhiello: Toni, Bojinov, Pasqual, Kroldrup, Pazienza e al suo fianco, a centrocampo, proprio Cristian Brocchi. L'ex milanista porta, dopo solo 10 minuti, i viola avanti. Calcio d'angolo, palla respinta, c'è Brocchi al limite che prima di petto e poi di destro colpisce e inganna col rimbalzo Julio Cesar. La Fiorentina, poi, raddoppierà con la rete del neo-entrato Jimenez (gol al 60', entrato dopo 3 minuti) e sfiorerà anche più volte la rete del 3-0. Per i nerazzurri accorcerà le distanze Recoba direttamente da punizione a 3' dal termine. IL RICORDO DI VIOLANEWS DEL 2013

Insomma, un bel racconto, una bella storia, per una bella Fiorentina. Quell'anno (Calciopoli permettendo) chiuderà quarta in classifica dietro solo a Juventus, Milan e Inter. La sfida di domenica, 1 dicembre, tra Fiorentina e Inter regala, in qualche modo, simili sensazioni: due squadre in grande forma per una partita quasi da Scudetto. I nerazzurri sono secondi sia in Champions (con zero reti subite) che in campionato e la Fiorentina, ha i suoi stessi punti (28) e viaggia sulle ali dell'entusiasmo. Ecco, allora quale momento migliore per Violanews.com per "disturbare" proprio Cristian Brocchi? A proposito di quella serata contro l'Inter, ci ha detto:


E' stata una partita memorabile, bellissima; sono quelle partite che sogni sempre di giocare. Se addirittura la decidi con un tuo gol, il tutto diventa ancora più stupendo.

 

La Fiorentina di oggi è composta da tanti calciatori arrivati in prestito da piazze importanti e te, quasi allo stesso modo, arrivi alla Fiorentina in prestito dal Milan. Cosa ha significato per te l'anno a Firenze e cosa può significare per calciatori come Bove, Cataldi e Adli ad esempio?

—  

Io, seguendo il mio credo, penso che quando un giocatore indossa una maglia non deve e non può pensare all'anno successivo. Tutti i giocatori sono stati scelti e quindi dentro al progetto Fiorentina. Le dinamiche del mercato poi possono cambiare, ma ognuno ha dentro la voglia e l'orgoglio di fare a prescindere una grande annata. Non è mai una questione di contratto. Io, personalmente, sul mio ritorno al Milan dopo una sola annata ci tengo a precisare che non è stata esclusivamente una mia scelta. Personalmente, l'anno alla Fiorentina, se non è stata la miglior stagione della mia carriera, è stata però certamente tra le migliori tre. Avevo veramente un grande orgoglio, anche perché giocare al Franchi è bellissimo. Tutti i giocatori che arrivano a Firenze si trovano una realtà bellissima per fare calcio. Ecco che i discorsi sui prestiti, hanno valore relativo.

A proposito di annate, arrivi all'Inter dal Verona, vieni pagato tanto ma, purtroppo, la stagione è condizionata da un grave infortunio (un'operazione alla schiena). Come l'hai vissuta e cosa ti ha lasciato?

—  

E' stata sicuramente un'opportunità sprecata. Arrivavo da anni bellissimi e mi avevano, appunto, pagato tanto. Volevo far bene, purtroppo l'infortunio mi ha tenuto fuori per quasi cinque mesi e mezzo. L'Inter mi ha comunque poi dato la possibilità di ritornare a casa mia, ovvero il Milan, dove avevo fatto tutte le giovanili e dove poi ho vinto tutto.

Chiudendo il cerchio, in virtù di ciò che è stata l'esperienza in nerazzurro, quel gol al Franchi, sotto la Curva, proprio contro l'Inter ha significato, in qualche modo, vendetta, tra molte virgolette?

—  

Segnare sotto la Curva, contro l'Inter ha avuto certamente un sapore particolare. Era una partita veramente difficile; l'Inter si stava giocando lo Scudetto. Per noi è stata altrettanto importante perché ci ha dato forza e permesso poi di conquistare il quarto posto nella lotta serrata con la Roma.

Ringraziamo Cristian Brocchi per la disponibilità. 

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