E' stata una partita memorabile, bellissima; sono quelle partite che sogni sempre di giocare. Se addirittura la decidi con un tuo gol, il tutto diventa ancora più stupendo.
La Fiorentina di oggi è composta da tanti calciatori arrivati in prestito da piazze importanti e te, quasi allo stesso modo, arrivi alla Fiorentina in prestito dal Milan. Cosa ha significato per te l'anno a Firenze e cosa può significare per calciatori come Bove, Cataldi e Adli ad esempio?
—Io, seguendo il mio credo, penso che quando un giocatore indossa una maglia non deve e non può pensare all'anno successivo. Tutti i giocatori sono stati scelti e quindi dentro al progetto Fiorentina. Le dinamiche del mercato poi possono cambiare, ma ognuno ha dentro la voglia e l'orgoglio di fare a prescindere una grande annata. Non è mai una questione di contratto. Io, personalmente, sul mio ritorno al Milan dopo una sola annata ci tengo a precisare che non è stata esclusivamente una mia scelta. Personalmente, l'anno alla Fiorentina, se non è stata la miglior stagione della mia carriera, è stata però certamente tra le migliori tre. Avevo veramente un grande orgoglio, anche perché giocare al Franchi è bellissimo. Tutti i giocatori che arrivano a Firenze si trovano una realtà bellissima per fare calcio. Ecco che i discorsi sui prestiti, hanno valore relativo.
A proposito di annate, arrivi all'Inter dal Verona, vieni pagato tanto ma, purtroppo, la stagione è condizionata da un grave infortunio (un'operazione alla schiena). Come l'hai vissuta e cosa ti ha lasciato?
—E' stata sicuramente un'opportunità sprecata. Arrivavo da anni bellissimi e mi avevano, appunto, pagato tanto. Volevo far bene, purtroppo l'infortunio mi ha tenuto fuori per quasi cinque mesi e mezzo. L'Inter mi ha comunque poi dato la possibilità di ritornare a casa mia, ovvero il Milan, dove avevo fatto tutte le giovanili e dove poi ho vinto tutto.
Chiudendo il cerchio, in virtù di ciò che è stata l'esperienza in nerazzurro, quel gol al Franchi, sotto la Curva, proprio contro l'Inter ha significato, in qualche modo, vendetta, tra molte virgolette?
—Segnare sotto la Curva, contro l'Inter ha avuto certamente un sapore particolare. Era una partita veramente difficile; l'Inter si stava giocando lo Scudetto. Per noi è stata altrettanto importante perché ci ha dato forza e permesso poi di conquistare il quarto posto nella lotta serrata con la Roma.
Ringraziamo Cristian Brocchi per la disponibilità.
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