L'infortunio alla caviglia, le nuove gerarchie del centrocampo viola. Adli ha perso il treno, ma domani può rilanciarsi
Nel gennaio nero della Fiorentina, la notte del 26 gennaio fu una sorta di redenzione. Una vittoria soffertissima, in trasferta all'Olimpico contro la Lazio grazie alle reti di Beltran e... Yacine Adli. Per lui la notte di Roma fu l'inizio di un periodo complicato, che lo ha tenuto lontano dal campo per oltre un mese prima di faticare tantissimo a riconquistare un posto in squadra. Dopo la rete, prima un colpo subito alla caviglia lo costringe a uscire, poi nella ripresa viene cacciato dalla panchina per proteste.
Dieci giorni (e molte terapie) dopo, il quarto d'ora accademico giocato con l'Inter al Franchi obbliga il franco-algerino ad alzare bandiera bianca: il dolore alla caviglia è troppo forte, c'è bisogno di fermarsi. Da quando l'ex Milan è tornato a disposizione - nella gara del 9 marzo al Maradona contro il Napoli - ha giocato solo pochissimi scampoli di partita contro Panathinaikos, Juve e Milan. Palladino ha (finalmente) trovato il suo Nirvana in mezzo al campo con Mandragora, Cataldi e Fagioli, mandando in panchina tutti gli altri centrocampisti che fino a quel momento avevano trovato più o meno spazio. Adli ha perso il treno, la titolarità e soprattutto le residue chance di riscatto in estate. Ma non per questo la fiducia di Palladino, che nella conferenza stampa pre-Celjeha rilanciato una sua candidatura dal 1':