Lo spazio di Nzola
—Per adesso Italiano li ha alternati: uno parte, l'altro gli subentra. In Belgio ha giocato titolare Beltran, facendo un passo indietro rispetto alle sue prime apparizioni in viola. Ma con lui l'ambiente ha ancora pazienza: Nzola è invece già sulla graticola. E non solo perché ieri sera ha fallito un gol facile facile che portando i suoi sul 3-1 avrebbe probabilmente chiuso la pratica Genk. Il colpo di testa alto su assist di Parisi è comunque l'occasione migliore che gli è capitata da quando Italiano lo ha riabbracciato in riva all'Arno. Più in generale, l'angolano fa fatica ad inserirsi anche nei meccanismi della squadra. Paradossale, se si pensa che lui il gioco del tecnico dovrebbe conoscerlo a menadito avendoci già lavorato a Trapani e La Spezia.
Al di là dell'endorsement dell'allenatore, se la Fiorentina ha puntato su Nzola è proprio per la scorsa stagione, quando è andato in doppia cifra in fatto di gol e di assist. Attenzione però, perché in Liguria c'era un'intera squadra che giocava al suo servizio. Di più. Con Gotti prima e – soprattutto – Semplici nel finale di stagione, tra Nzola e gli altri uomini offensivi più vicini c'erano sempre almeno 25 metri. Talvolta agiva come unica punta e anche quando in coppia con lui c'era Shomurodov, l'uzbeko giostrava molto largo. L'impressione insomma è che Italiano debba lavorare molto sui movimenti del suo pupillo.
Le difficoltà ataviche delle punte
—«Mbala deve sbloccarsi ma le punte facciano di più» ha ammesso nella pancia della Cegeka Arena il tecnico, che però in fatto di centravanti non è molto fortunato da quando è sulla panchina viola. Le cose hanno funzionato solo nei primi mesi, ma nel girone d'andata del 2021-22 Vlahovic era semplicemente onnipotente. Partito lui, ci fu il periodo d'ambientamento di Cabral, all'inizio tutt'altro che prolifico sotto porta. Nonostante i miglioramenti del brasiliano, la scorsa stagione il problema era diventata la scarsa freddezza sotto porta di Jovic, soprattutto nella finale di Coppa Italia contro l'Inter, dove il serbo fallì due gol clamorosi. A Roma in realtà un uomo del reparto offensivo – Nico – segnò, ma per l'argentino, che in Belgio è uscito per un brutto colpo ricevuto, (speriamo non sia nulla di grave), serve un ragionamento a parte. E' di gran lunga il giocatore con maggiore qualità della rosa, l'unico che Italiano fa giocare anche se rientra poche ore prima dalla Nazionale. La sua crescita è costante. Anche per questo il mantra della prima stagione di Italiano («servono più gol dagli esterni») non è più di attualità. A differenza della domanda delle domande: ma perché il gioco bello e offensivo di Italiano non esalta le qualità dei suoi attaccanti? [LEGGI LE STATISTICHE DELLA GARA]
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