Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

esclusive

Vecchi problemi e nuovi equivoci: Fiorentina, dov’è l’identità?

Fiorentina-Como 0-2
Il ko con il Como figlio della mancanza di un vice Kean e di esperimenti incomprensibili di Palladino. Ma non è la prima volta che la Fiorentina gira a vuoto
Simone Bargellini Vice direttore 

Verrebbe da dire "troppo brutta per essere vera", se non fosse che il problema si avvera sistematicamente. Sembra quasi un deja vu: la Fiorentina inciampa e lo fa malamente, con una prestazione vuota e difficilmente spiegabile. A preoccupare non è tanto la classifica, che ad oggi è ancora in linea con obiettivi e potenzialità, quanto l'inaffidabilità della formazione viola che da inizio stagione non ha ancora trovato la continuità giusta e, ancora più grave, una mentalità da squadra di alta classifica (la mancata reazione nel secondo tempo è qualcosa di già visto più volte). Non è questione di bel gioco, intendiamoci, perchè Palladino non è quel tipo di allenatore e va benissimo così. Però a prescindere dall'idea di calcio, quello che non può mancare sono l'intensità, l'organizzazione e principi di gioco chiari. In una parola: l'identità.

Un problema sottovalutato a gennaio

—  

Un discorso generale, che quest'oggi si è riproposto. Ma in Fiorentina-Como è emerso anche altro. Un equivoco di mercato si è evidenziato e accentuato a causa di alcune scelte di Palladino. Mi riferisco, per chi non l'avesse capito, alla scelta fatta in questa sessione di gennaio di ridurre all'osso il numero di giocatori offensivi e, addirittura, rimanere con un solo centravanti di ruolo in rosa ovvero Kean. Un dubbio che avevamo manifestato qui su Violanews, pur sottolineando la bontà di alcune operazioni portate a termine. La società e il mister hanno, forse, sottovalutato l'importanza di un vice Kean e il primo esperimento con Zaniolo è fallito. Ma non solo per colpa sua. CONTINUA SOTTO


Zaniolo

Ufficio complicazioni affari semplici

—  

Una delle regole fondamentali nel calcio è mettere i calciatori nel loro ruolo naturale. Sembra scontato, ma non sempre lo è. Per carità, a volte le intuizioni di un allenatore possono rivelarsi preziose, ma non può diventare la regola. Prendiamo la formazione di oggi e in particolare il quartetto offensivo schierato da Palladino. Folorunsho esterno destro, posizione non inedita ma di certo non abituale (9° volta su oltre 270 partite da professionista, fonte transfermarkt); Beltran riproposto esterno sinistro, un ruolo in cui ha funzionato solo contro la Lazio e che si addice poco alle sue caratteristiche; Fagioli trequartista anzichè regista e infine ecco Zaniolo, alla 21° in carriera come falso nove. Di fatto, quattro giocatori fuori ruolo e per giunta nello stesso reparto. Ma poi, detto dell'equivoco centravanti, lo sfoltimento del parco esterni e l'abbondanza di centrocampisti non erano stati spiegati con l'intenzione di cambiare gioco? E allora perchè insistere su un 4-2-3-1 più arrangiato che mai?

Beltran