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Troppe parole al vento. Società, mister e giocatori: c’è una storia in ballo

Massimo Sandrelli
E' davvero finito il tempo delle parole, anche quelle più assennate e accorate

Le parole di Dzeko hanno destato scandalo: ma come si è permesso? Ma perché, visto, che lui è viola da pochi mesi? Tutte chiacchiere, parole al vento. Dzeko, uno dei pochi giocatori con un grande passato, ha reagito come a voler dire: vero che facciamo c…gare ma almeno voi tifosi dateci una mano… Personalmente la trovo un’onesta richiesta di aiuto e basta.

Il problema riguarda tutto e tutti. Da una società “fantasma” che probabilmente è così assente come quello strazio di stadio che sembra un impianto dopo un bombardamento. Ma forse una merita l’altro e viceversa. I giocatori che, senza più l’alibi Pradè, senza più Pioli, annaspano affannosamente errore dopo errore. Lo stesso Paolo Vanoli che, vero è che è appena arrivato, ma deve ancora capire che la sua squadra così com’è, pare la più seria candidata alla retrocessione. E allora la sua prima preoccupazione deve essere la difesa. Non si può prendere gol da chicchessia. Blocchi i suoi difensori, impedisca loro quelle dissennate fughe in avanti. Bisogna coprirsi, stare attenti. La parola d’ordine deve essere non subire gol. E poi nello spogliatoio, lui, cui non manca il carattere, faccia capire che giocherà solo chi rispetta i compiti. Una squadra è tale solo se ognuno collabora alla ricerca di un equilibrio collettivo. Chi ha problemi personali stia in panca, chi non ha chiara la situazione se ne vada in vacanza: c’è in ballo una storia.

La Fiorentina ha 6 punti, zero vittorie con un saldo di meno nove gol. Solo il Verona ha fatto peggio. Mancano 26 partite. Se la quota salvezza fosse tra i 34 e i 36 punti i viola dovrebbero fare dai 28 i 30 punti, cioè un punto, un punto e mezzo a partita, quasi una chimera. Servirebbero 7/8 vittorie ed un filotto di pareggi. Un traguardo difficile ma non impossibile per un squadra che si riveli un gruppo collaborativo. Certo se ognuno pensa a guadagnarsi un voto in più in pagella, se ognuno pensa a proprio contratto, se ognuno pensa a guadagnarsi una foto o un applauso personale, allora è finita. Non siamo qua a fare i moralisti ma è l’ora di badare al sodo. Divampa il dibattito su gli allenatori: è meglio Allegri che vince giocando male o Sarri e tutti quelli della sua scuola, nella quale si pretende di vincere con il bel gioco? Alla Fiorentina, quest’anno, serve non perdere e guadagnarsi la salvezza. Il resto sono parole al vento.