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Sul calcio silenzio, sul resto fiumi di parole. La verità sulla condizione fisica

Matteo Magrini
Dalla smentita sulla cessione della società alle ammissioni circa una condizione fisica carente in casa Fiorentina: quando si parla di pallone?

Brambati val bene una dichiarazione... l'ultimo posto in classifica no. Il ritardo sullo stadio val bene un (immediato) comunicato... le dimissioni del direttore sportivo alla vigilia della “partita da vita o morte” o l'esonero di Pioli, evidentemente no. Questione di priorità, forse. O chissà, di interessi. Quel che è certo è che mai e poi mai in questi mesi (consapevoli del momento non semplicissimo che ha attraversato e ci auguriamo con tutti noi stessi superato) abbiamo tirato per la giacchetta il presidente. Mai abbiamo preteso che tornasse, mai abbiamo chiesto chissà quale sforzo o impegno. Magari, ma non ci pareva di chieder tanto, speravamo che dai suoi uomini di grandissima fiducia pretendesse un minimo di risultati ma evidentemente, stando a quanto appena dichiarato, non c'era nulla da pretendere. ”Lasciamo il tempo di lavorare alle persone che hanno la mia fiducia  - ha scritto il presidente - a cominciare da Alessandro (Ferrari) fino a tutte le altre persone che sono presenti nel nostro Club”. Tutto bene insomma.

In realtà, ci sarebbe tanto da dire e da ridire. Prima di tutto: non serve un master in comunicazione aerospaziale per sapere che ogni smentita rafforza una notizia. Davvero quindi c'era bisogno di intervenire per replicare (con tutto il rispetto) a Massimo Brambati? Sinceramente, si poteva evitare. Anche perché negare che un club sia in vendita ha poco senso. Oppure si vuol far credere che davanti a qualsiasi proposta, anche la più alta immaginabile, la proprietà non si siederebbe nemmeno a parlare? E' come dire “Batistuta è incedibile”. Né più, né meno, perché oggi (almeno in Italia, ma non solo) qualsiasi società è potenzialmente in vendita. Non è questo però, l'aspetto più importante. Dice Commisso: “Non è possibile che nei momenti di difficoltà, tornino ad affiorare queste falsità quando, invece, ci sarebbe bisogno di unità, compattezza e coesione tra tutto l'ambiente, Squadra, Club, Città e tifosi”. Del resto, si sa: Brambati è il solito fiorentino rosicone che non ci ha voluto mettere soldi e che pensa solo a destabilizzare... E poi ancora. A colpire è la contraddizione tra questa loquacità e l'assordante silenzio di questi mesi (e certo non può valere la conferenza di oggi, nella quale si presenterà Vanoli) su tutti quegli argomenti che invece, in questo momento, angosciano Firenze e i fiorentini. Quelli, per intendersi, che riguardano il CALCIO. Su questo, tutto e tutti tacciono. Sbagliamo noi, però, a sorprenderci. Perché funziona così da anni e, probabilmente, così funzionerà anche in futuro.

Proviamo noi allora, a discutere serenamente di uno dei tanti aspetti dibattuti in questi giorni: la condizione atletica che, secondo quanto raccontato dai diretti interessati, sarebbe a dir poco deficitaria.

Gli atti di accusa

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“Dobbiamo allenarci molto e i ragazzi lo sanno. Devono allenarsi, allenarsi, allenarsi”. Difficile essere più chiari (ed espliciti) di così. Del resto chi conosce il neo direttore sportivo viola Roberto Goretti lo sa. L'uomo non ama parlare (anzi), ma quando lo fa non si perde tanto in discorsi. Meglio andar dritto al punto insomma e ciò che ha detto ai microfoni dei canali ufficiali dopo la sconfitta col Mainz non è né più né meno di quanto aveva già espresso al gruppo nel chiuso del Viola Park. Certo, quella dichiarazione ha fatto e continua a far discutere anche perché seguiva a ruota quelle di Daniele Galloppa. “Ho visto paura nei ragazzi col passare e l'allungarsi della partita perché siamo un po' calati a livello fisico”. E' stato poi Piccoli, domenica a Genova, a metterci il carico. “Dobbiamo crescere a livello fisico e già sappiamo che in queste due settimane il mister ci spezzerà...”

Poca intensità

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Sarebbe questo insomma, uno (e ovviamente non l'unico) dei gravi problemi che hanno causato questo drammatico avvio di stagione: una condizione atletica altamente deficitaria che deriverebbe da una preparazione sostanzialmente sbagliata. E se è vero che qualche spiffero soffiava da tempo è altrettanto innegabile come sia difficile credere che nel calcio di oggi, con tutti i mezzi che gli staff hanno a disposizione, sia ancora possibile commettere errori di questo tipo. Se poi nel mirino ci finisce un allenatore di enorme esperienza come Stefano Pioli allora, lo stupore, non può che aumentare. Per questo, considerato quanto fatto emergere dalla Fiorentina in questi giorni, abbiamo provato a contattare sia l'ex tecnico che altri membri del suo staff. Nessuno però ha voluto rispondere. Qualcosa comunque si può dire. L'ex allenatore infatti in estate (memore forse delle feroci critiche ricevute al Milan per i tanti guai fisici accusati dai rossoneri) ha lavorato dedicando grandissima attenzione alla prevenzione degli infortuni sacrificando, di conseguenza, allenamenti ad altissima intensità.Si fa la prevenzione... e poi ci si allena forte... o anche molto forte” è la risposta che arriva da Bagno a Ripoli. Come dire: si poteva e doveva far qualcosa in più. L'obiettivo quindi adesso è “rimediare” e non a caso Vanoli da oggi guiderà doppie sedute tutti i giorni. L'idea è aumentare il tasso di intensità (appunto) anche se bisognerà faro per gradi perché il rischio, cambiando metodo troppo bruscamente, sarebbe quello di far peggio che meglio.

In estrema sintesi: la Fiorentina fin qua magari ha anche corso, ma ha corso “piano” e nel calcio di oggi, si sa, la “forza” (intensità) con cui si corre fa tutta la differenza del mondo. Anche perché con cinque cambi ci si può permettere di ribaltare in corsa la formazione e, quindi, di tenere sempre alto il livello fisico. Detto tutto questo, e se mai la vecchia guida tecnica volesse dire la sua siamo ovviamente a disposizione, non è stato certo solo quello il problema. Magari, oggi, si avrà l'onestà e la correttezza di dirlo/ammetterlo. Sarebbe un primo, piccolo (ma importante) segnale di aver veramente capito di dover cambiare completamente atteggiamento. Per dirlo chiaro: meno spocchia, meno supponenza, più umiltà e consapevolezza dei propri (e son tanti) limiti. Mi fermo qua e, stavolta sul serio, mi scuso per la lunghezza. Di cose di cui parlare però, ce n'erano e ce ne sarebbero parecchie...