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Palladino, il risultatista senza (più) risultati sfiduciato da (quasi) tutti

Palladino, il risultatista senza (più) risultati sfiduciato da (quasi) tutti - immagine 1
Perchè Palladino è sfiduciato dai tifosi e non solo? Il crollo dei risultati e la totale assenza di gioco, ora anche la classifica è fragile
Simone Bargellini Vice direttore 

Raffaele Palladino è riuscito in una piccola impresa: scatenare il malcontento di una netta maggioranza di tifoseria (ma pure della società), pur avendo dalla sua - ancora oggi - la classifica. Perchè se in estate ci avessero detto che la Fiorentina a febbraio sarebbe stata 6° e in corsa per un posto in Europa League, avendo già battuto in stagione Milan, Roma, Lazio due volte e Inter, forse in molti ci avrebbero messo la firma. Di certo non l'avrebbero disdegnato. E allora perchè intorno a Palladino c'è aria da ultima spiaggia mentre il 90% (!!!) dei nostri lettori ne chiede l'esonero immediato? L'insofferenza nei confronti del tecnico ha raggiunto rapidamente livelli di guardia che vanno al di là del solito spirito polemico dei fiorentini.

Un ritmo da retrocessione

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Come ho scritto la scorsa settimana, un allenatore può essere forte al di là della sua filosofia di calcio. E se Italiano era un tecnico giochista (comunque accompagnato anche dai risultati), Palladino rientra nella categoria dei cosiddetti risultatisti, cioè allenatori a cui il dominio del gioco non interessa e cercano la via più pratica per raggiungere l'obiettivo. Il problema è quando però i risultati vengono a mancare: negli ultimi due mesi e mezzo appena 11 punti in 12 partite di campionato, un ritmo da retrocessione. Da inizio stagione la Fiorentina non ha costruito un'identità riconoscibile e quando non ci pensa il solito Kean, con l'aiuto di un'arcigna difesa (e qualche miracolo di De Gea), non resta praticamente niente. E quando sei a fine febbraio, dopo un mercato di gennaio importante (seppur con un difetto sottovalutato), la questione è grave.


Esonero sì / esonero no

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Sono sincero, non sono così sicuro che l'esonero sia la soluzione migliore. Il cambio in panchina spesso non paga, soprattutto a stagione così inoltrata. D'altro canto se non arrivasse la vittoria contro il Lecce, decadrebbe anche l'appiglio della classifica (la Fiorentina potrebbe ritrovarsi addirittura al nono posto). E in caso di successo venerdì, il rischio è quello di protrarre l'incertezza da una settimana all'altra, con il filotto Napoli-Juventus-Atalanta-Milan all'orizzonte (per quanto la squadra abbia fatto meglio con le grandi, finora). La decisione non è semplice e l'esito, in ogni caso, tutto da verificare. Di certo - e torno al punto di partenza - Palladino è riuscito a dilapidare un patrimonio di punti e di fiducia che era invidiabile, ora però i bonus sembrano davvero finiti.